“Da ieri leggo sgomenta le notizie sull’arresto della Preside dello ZEN. Ora dopo ora il resoconto si arricchisce di particolari: il vasetto di origano, i ‘pezzi’ di rosticceria, la ‘giardiniera’ per l’insalata di riso, il telefono, il tablet. Resto senza parole. Ma come si può sporcare l’immagine di una istituzione fondamentale come la scuola? Ancor più importante perché in un quartiere notoriamente a rischio e per di più intitolata a Giovanni Falcone, uno dei tanti eroi della lotta alla mafia. Come si può essere così amorali da costruire il proprio personaggio sulla lotta alla mafia ingannando tutti, dai bambini alle famiglie, alle tante autorità che negli anni hanno conosciuto e sostenuto la ‘Preside dello Zen’?“.
Così la capogruppo della commissione giustizia della Camera dei deputati e vicesindaco di Palermo, Carolina Varchi su facebook. “Il reggente che arriverà lunedì alla scuola Giovanni Falcone dello Zen dovrà scalare la montagna della diffidenza. Dopo decenni di lotta alla mafia è molto triste vedere soggetti che costruiscono la propria carriera da paladini dell’antimafia solo per avere un ampio paravento dietro il quale perseguire scopi personali ed interessi illeciti. Episodi del genere annichiliscono e allontanano i cittadini dalle istituzioni e nessuna condanna potrà rimediare a questo guaio. Per fortuna questa triste vicenda racconta anche il coraggio di un’insegnante, di un ristoratore. Insomma, c’è ancora speranza perché c’è chi dice no“ conclude Carolina Varchi.