Gli investigatori sarebbero già sulle tracce dell’assassino che questa mattina ha ucciso a Palermo Aleandro Guadagna, un muratore di 32 anni padre di 4 figli. Secondo quanto ricostruito dai carabinieri del nucleo investigativo l’omicida avrebbe atteso che la vittima uscisse dal portone di casa, in via Molino 32, prima di fare fuoco. Poi, è fuggito. I familiari di Guadagna hanno subito chiamato il 112, un’ambulanza è arrivata nel giro di pochi minuti, ma i medici non hanno potuto fare altro che constatare il decesso.
Aleandro Guadagna era stato scarcerato a giugno. Il suo nome era spuntato in una inchiesta su una rapina ad un anziano non vedente.
Alcuni testimoni hanno raccontato di liti per affitti non pagati al padrone di casa. E le indagini hanno subito imboccato una pista precisa: i carabinieri sono andati a casa del sospettato, ma non l’hanno trovato e i suoi familiari hanno raccontato che era uscito presto da casa e aveva lasciato una lettera: spiegava che stava andando a incontrare l’inquilino per sistemare la questione degli affitti non pagati. Nessuno dei parenti aveva mai pensato che potesse finire così.
Ha 77 anni l’uomo fermato dai Carabinieri e accusato dell’omicidio di Aleandro Guadagna. I militari l’hanno condotto in caserma e presto lo interrogheranno. Sono tutt’ora in corso le indagini per stabilire l’esatta ricostruzione dei fatti e accertare le responsabilità, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Palermo.
Ha confessato il delitto Giuseppe La Corte, 77 anni, l’uomo che questa mattina ha sparato alcuni colpi di fucile a Aleandro Guadagna di 31 anni. Nel corso dell’interrogatorio La Corte, residente a San Martino delle Scale, frazione di Monreale (Palermo), non ha mostrato alcun pentimento e alcun momento di tensione. Dal 2015, da quando ha affittato la casa a Guadagna erano nati dissidi. I pagamenti erano a singhiozzo e il padrone di casa doveva ricevere diverse mensilità.
Oggi l’ennesimo chiarimento finito nel sangue. Guadagna non aveva intenzione di saldare fino in fondo il suo debito. La Corte questa mattina aveva scritto un sms al figlio. “Vado a risolvere la questione degli affitti”. Non appena il figlio ha compreso quello che era successo ha chiamato il padre e ha detto di consegnarsi ai carabinieri e non fare più sciocchezze. Le indagini sono state condotte dalla compagnia di San Lorenzo e coordinate dal pm Giorgia Righi. La Corte è stato fermato con l’accusa di omicidio aggravato dai futili motivi e dalla premeditazione.