Qualche giorno prima della sfida casalinga valida per gara 2 della finale Scudetto, Tania Di Mario lo aveva anticipato a qualche addetto ai lavori. “Vi stupirò”, aveva detto. Ma l’ex Azzurra non aveva voluto svelare altro, creando la giusta attesa, o “hype”, che dir si voglia.
Così, a pochi minuti dall’inizio del match disputato alla piscina di Nesima, alle porte di Catania, è arrivata la sorpresa. In calottina numero 3, al posto di Cecilia Grasso, giudici, giornalisti e tifosi non hanno potuto far altro che sorridere leggendo il nome della medaglia d’Oro Olimpica, già presidente della società etnea. Non solo nostalgia per i tempi andati, però.
“Visto l’arbitraggio di gara 1, ci siamo ritrovati con una panchina che non era del tutto pronta. Così, mi sono detta che avrei potuto sfruttare gli allenamenti che avevo fatto con la squadra – racconta Di Mario – e dare una mano concreta alle ragazze”.
Doveva essere una provocazione di pochi minuti. Invece, l’attaccante classe ’79 ci ha preso gusto e, dopo essere scesa in vasca un minuto e mezzo dopo l’inizio del secondo periodo, ha giocato tre quarti di gara, rigori compresi, regalandosi – e regalando al pubblico sugli spalti – anche una delle sue perle, il quinto tiro dai cinque metri per le padrone di casa.
“Da come si stava mettendo la partita, restare in acqua era quasi un obbligo morale. È stato divertente, una delle cose più divertenti della mia vita – ammette l’ex Azzurra – soprattutto pensando al fatto che finora avevo partecipato a un paio di sessioni di allenamento a settimana. L’obiettivo era prepararmi per l’estate, non certo per le finali Scudetto”, ride. L’atleta olimpionica, per la verità, non è nuova a queste sorprese. Il richiamo dell’acqua e lo spirito di squadra sono troppo forti. Tutto il suo carisma si è visto anche nella passata stagione, quando la presidente dell’Ekipe Orizzonte aveva indossato la calottina per sopperire assenze della sua panchina, decimata dal Covid.
Vincendo 21-20 ai rigori gara 2 la serie finale contro la Sis Roma, l’Ekipe Orizzonte si è aggiudicata il punto del pari, raggiungendo le capitoline che avevano vinto di misura (13-12) una a dir poco esplosiva gara 1, diretta dalla coppia arbitrale formata dal camoglino Fabio Brasiliano e dal maceratese Massimo Calabrò. Con alcuni cartellini rossi commutati successivamente in ammonizioni dal giudice sportivo.
La finale Scudetto della pallanuoto femminile si gioca al meglio delle cinque partite. Gara 3, dunque, non è ancora decisiva. E si disputerà a Roma sabato 13 maggio alle 14, mentre gara 4 è in programma mercoledì 17 alle 18 a Catania. L’eventuale gara 5, invece, ancora a Roma domenica 21 maggio alle 18, con l’Ekipe Orizzonte a caccia, ora è proprio il caso di dirlo, dello Scudetto numero 23 della sua storia.
E chissà che non si possa ritrovare ancora una volta nella distinta delle etnee guidate da Martina Miceli il nome di Tania Di Mario: “Giocherò – afferma con determinazione – ancora. In queste partite così decisive, mai dire mai”.
(Foto: MfSport.net)