“Fire and forget”, colpisci e vai avanti. Dato in crisi di idee, scambiato per molti come una meteora che aveva fatto il suo tempo, da archiviare frettolosamente come la spina che nessuno mai vorrebbe augurarsi di avere, l’ex sindaco di Messina e leader di Sicilia Vera e Sud chiama Nord, nuovo sindaco di Taormina, ha centrato un’altra importante corona. Come Ray “Sugar” Leonard, campione in quattro diverse categorie è sindaco per la quarta volta.
Poche sorprese e molte conferme escono dall’urna in cui ieri i siciliani hanno espresso consenso e dissenso, sepolto alleanze e rilanciato i modelli di governo per città e territori che hanno ritenuto più congeniali. Per questo motivo marginalizzare il risultato di De Luca, confinandolo in un limbo di risultato di provincia, seppure illustre e di rango, è un errore che non si può permettere né il centrodestra che festeggia né il centrosinistra che raccoglie i cocci. I primi sono ringalluzziti dall’esito felice dell’operazione Trantino, i secondi hanno poco di cui gioire, nonostante la vittoria di Tranchida, perché il voto delle Amministrative ha messo a nudo tutta la fragilità di un “gap” di numeri e voti che non scalfisce per ora il monopolio della coalizione antagonista.
Il fatto è che quando De Luca accelera, si fa trovare pronto e si rende visibile come elemento che scompagina gli equilibri è dura per tutti batterlo . Non manca chi aggiunge che sarebbe stata dura anche per il centrodestra a settembre scorso con qualche mese in più prima del voto per Palazzo d’Orleans. Come monetizzerà adesso “Scateno” la vittoria?
Sarà il primo cittadino della vetrina più chic della Sicilia a Sala d’Ercole? Oppure un deputato-sindaco come tanti ce ne sono stati?
De Luca con il suo movimento politico punta a un ruolo sempre crescente anche fuori dai confini dell’Isola, ma intanto a Ragusa è stato parte dell’altro grosso risultato ottenuto dal civico Beppe Cassì che dopo aver bucato le retine dei canestri di mezza Italia si sta confermando un ottimo amministratore. Nella città di Nello Dipasquale, megafono del Pd all’Ars, la vittoria contro pezzi di entrambe le principali coalizioni, non ha trovavo impreparato De Luca e le sue incursioni mirate.
Già pensa alle Europee il nuovo sindaco di Taormina. Agli uomini da reclutare, al patrimonio di voti da consolidare nell’Ars muta e spenta di questi ultimi mesi, un tesoretto che il centrosinistra, negli stessi tempi non ha avuto modo di valorizzare, ma soprattutto adesso ha anche una formidabile base logistica nel centro appena conquistato che lo renderà ancora più visibile all’esterno. Già il prossimo mese potrebbe già essere formalizzato un primo accordo “made in Taormina” per mettere nero su bianco alleanze future da far camminare da qui al prossimo anno.
La “road map” è già nella testa vulcanica di Cateno De Luca. Chi lo dava in uscita dai radar se lo trova davanti più forte di prima. Schifani compreso.