Il 15 giugno, medici, operatori sanitari e cittadini scenderanno in piazza. L’obiettivo è quello di denunciare i pericoli che minano la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale e “sollecitare interventi per scongiurare il collasso del sistema”.
La manifestazione si terrà in 34 città e coinvolgerà tutte le regioni. In Sicilia la manifestazione si terrà a Catania, mentre a Roma è previsto un sit-in davanti al Ministero dell’Economia e delle Finanze a cui partecipano i segretari nazionali delle sigle promotrici: Anaao Assomed, Cimo- Fesmed, Aaroi-Emac, Fassid, Fp Cgil Medici, Federazione Veterinari e Medici, Coordinamento area medica, Uil Fpl e Cisl medici.
Le motivazioni della protesta
Prime tra tutte la crescita delle liste d’attesa, con conseguente aumento della spesa privata e della rinuncia alle cure;
Il calo di investimenti in sanita rispetto al Pil;
la fuga dei medici;
La scarsa assistenza sul territorio.
La richiesta alle forze politiche è quindi “Un chiaro impegno in difesa del Servizio Sanitario Nazionale pubblico e universale”.
Ad appoggiare la manifestazione sono anche 18 le associazioni dei cittadini e pazienti che hanno aderito alla mobilitazione, tra queste l’Associazione Nazionale Donatori Midollo Osseo, l’Associazione Sclerosi Laterale Amiotrofica, l’Associazione per la Lotta contro l’Aids, l’Associazione Persone Con Malattie Reumatologiche e Rare, Cittadinanzattiva, Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia.
L’Ordine dei medici di Palermo
“La politica non ha ancora un quadro chiaro di ripartenza, che passa dal riconoscimento dei valori etici e sociali che storicamente il Ssn in Italia aveva garantito lasciando alla sanità privata una responsabilità integrativa e non sostitutiva“. Lo ha detto il consigliere dell’Ordine dei medici di Palermo Antonio Iacono, intervenuto in rappresentanza del presidente dell’Ordine dei medici di Palermo Toti Amato.
“Oggi, tra blocco assunzioni, privatizzazioni ed esternalizzazioni, personale e servizi si sono drammaticamente ridotti al lumicino. Il risultato è un Ssn da cui i pochi medici rimasti, malpagati e in pieno burnout, scappano verso il privato o all’estero – prosegue -. Eppure, si continua a parlare di investimenti Pnrr tecnologici e strutturali, senza destinare un solo euro alla carenza gravissima di professionisti, che sono la spina dorsale degli investimenti previsti, Senza contare poi che esiste una questione meridionale rimasta irrisolta e uscita fuori da qualsiasi dibattito pubblico”.