“Nel corso delle indagini, che si sono svolte anche attraverso intercettazioni ambientali, sono emersi nuovi elementi su due omicidi di mafia con il metodo della “lupara bianca”, quelli di Benedetto Bonaffini e di Luigi La Bella. Abbiamo ricostruito sia il movente che i dettagli dei delitti, maturati nel contesto della guerra di mafia tra Cosa Nostra e Stiddra“. Lo ha detto il pm Davide Spina nel corso della conferenza stampa sull’operazione Chimera, condotta dai carabinieri e coordinata dalla Dda di Caltanissetta, che ha portato all’esecuzione di 55 misure cautelari in Italia e all’estero.
Nel 1984 un operaio edile di 22 anni di Mazzarino, Benedetto Bonaffini, sospettato di appartenere ad uno dei gruppi criminali, sarebbe stato attirato con l’inganno in un luogo isolato e strangolato dopo essere stato picchiato a sangue. Il corpo non venne mai stato ritrovato. Sette anni dopo, nel 1991, Luigi La Bella, 28 anni, anche lui di Mazzarino, sospettato di essere il custode delle armi per conto di uno dei clan rivali, prima di essere strangolato, sarebbe stato interrogato, torturato e, addirittura, mutilato mediante il taglio delle orecchie, del naso e delle dita. Anche in questo caso il corpo, gettato all’interno di un pozzo di campagna, non è stato mai ritrovato.