Il nuovo dimensionamento scolastico non ridisegnerà solo la “geografia” quantitativa degli istituti sul territorio, consegnando scuole sempre più grandi e complesse, ma avrà anche un pesante impatto sulle dotazioni organiche dei dirigenti scolastici e dei direttori dei Servizi generali e amministrativi. Lo denuncia l’Anquap, Associazione Nazionale Quadri delle Pubbliche Amministrazioni, prevedendo, in una proiezione al 2027, una drastica riduzione di queste figure a livello nazionale (-7,9%, pari a -627 unità), con punte estreme nelle regioni del Sud, realtà già in particolare sofferenza.
“L’assetto delle istituzioni scolastiche è destinato a un nuovo dimensionamento per effetto della Legge di Bilancio 2023 al fine di dare attuazione alla riorganizzazione del sistema scolastico prevista nel Pnrr, a partire dall’ a. s. 2024/2025″, spiega il presidente dell’Anquap, Giorgio Germani, precisando che “siamo al terzo intervento che ridisegna la geografia quantitativa della presenza sul territorio delle istituzioni scolastiche come soggetto giuridico”. Son anche “previsti nuovi criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la conseguente distribuzione tra le Regioni”.
Prima dell’autonomia in “versione terzo millennio”, le istituzioni scolastiche connotate come soggetto giuridico erano oltre 12.000 e tutte avevano un preside (o direttore didattico) e un responsabile amministrativo (ex segretario) . “Dopo il successivo intervento del 2009, per effetto del calo demografico e di alcuni interventi legislativi sulle scuole sottodimensionate del 2011 e 2020, siamo arrivati a un organico di diritto dei dirigenti scolastici e dei direttori Sga, i direttori dei servizi generali e amministrativi che nel 2022/2023 è pari a 7.985 unità e nel prossimo a.s. 2023/2024 a 7936 unità”, sottolinea l’Anquap. “Dopo il duemila, anno di partenza dell’autonomia scolastica è cambiato profondamente anche l’assetto organizzativo e ordinamentale delle scuole. Non più segmenti rigidi ripartiti in Direzioni didattiche, scuole medie di primo grado e scuole medie di secondo grado distinte per settori (licei, istituti tecnici e istituti professionali) ma segmenti articolati prevalentemente in Istituti Comprensivi nel primo ciclo e Istituti di Istruzione Superiore con più settori e indirizzi nel secondo ciclo”, prosegue Germani.
“Purtroppo, e da anni, le procedure di reclutamento non avvengono come sarebbe doveroso e, quindi, si registrano numerosi posti vacanti per i dirigenti (si risolve con le reggenze) e ancor più per i direttori dove la sostituzione è variegata e complessa (facenti funzione, incarichi aggiuntivi e supplenze annuali da interpelli)”, spiega ancora Germani. Secondo i calcoli dell’Anquap, il nuovo dimensionamento, al compimento del triennio 2023/2027, dovrebbe comportare una riduzione della dotazione organica dei dirigenti scolastici e Dsga pari a 627 unità, ovvero del 7,9% a livello nazionale. Ma è soprattutto l’incidenza nelle diverse regioni a preoccupare, con proiezioni particolarmente penalizzanti per la Basilicata (meno 24%), la Calabria (meno 18,34%), la Sardegna (meno 17,91%), il Molise (meno il 15,38%), la Campania (meno 12,85%) e la Sicilia (meno 11,39%).
“È evidente che il terzo dimensionamento ci consegnerà scuole sempre più grandi e complesse, con la condizione nelle realtà periferiche di essere anche frazionate in un rilevante numero di plessi suddivisi in più comuni. Per i dirigenti occorre un deciso intervento politico che preveda riconoscimenti reali e concreti e non la solita litania di una impalpabile valorizzazione”, conclude il numero uno dell’Anquap.