La Giunta comunale di Taormina ha deliberato la costituzione della Banca dati unica del contribuente per il recupero fiscale delle somme non introitate dall’ente. Così scatta un’ulteriore stretta sulle ingenti morosità che si sono registrate a Taormina nel tempo e che hanno portato ad una situazione di circa 30 milioni di tributi non pagati. Un quadro che ha poi concorso in maniera determinante al crearsi delle condizioni che hanno portato il Comune al dissesto finanziario votato dal Consiglio comunale nel 2021. Adesso arriva la banca dati che si tradurrà in un controllo incrociato di tutti i dati riguardanti le informazioni tributarie del contribuente.
“La Corte dei Conti chiede una corretta entrata con il recupero dell’evaso ed azioni finalizzate quindi ad evitare ulteriore rischio di mancati pagamenti – rimarca il vicesindaco e assessore al Bilancio, Giuseppe Sterrantino –. Si tratta di azioni necessarie per consentire la fuoriuscita dal dissesto e per garantire la stabilità finanziaria dell’ente”.
E adesso è emersa un’ulteriore cifra importante che riguarda un mancato introito per il Comune. “Mancano dai 5 ai 6 milioni all’anno per quanto riguarda la riscossione dell’Imu – spiega il sindaco Cateno De Luca. In pratica, noi abbiamo in bilancio circa 5 milioni di somme incassate all’anno. Ma consultando il portale sul federalismo fiscale emerge che il Comune di Taormina dovrebbe incassare, invece, una forbice che va dai 9 milioni 996 mila euro agli 11 milioni 729 mila euro all’anno. E’ chiaro che bisogna attivare tutte le procedure necessarie al recupero delle somme”.