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L'interrogatorio

Droga a Palermo, lo chef Di Ferro confessa

giovedì 6 Luglio 2023

Ha ammesso i fatti che la procura gli contesta Mario Di Ferro, il gestore del ristorante palermitano Villa Zito accusato di avere ceduto cocaina a diversi clienti della cosiddetta Palermo bene tra i quali l’ex presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè. Di Ferro, ai domiciliari con le accuse di cessione di sostanze stupefacenti, è stato sentito dal gip di Palermo nel corso dell’interrogatorio di garanzia e ha risposto per un’ora alle domande in presenza del pm Giovanni Antoci. L’indagine che ha portato all’arresto del ristoratore coinvolge anche tre dipendenti del locale, che sarebbero stati utilizzati nell’attività di spaccio e Gioacchino e Salvatore Salamone, che, secondo l’accusa, avrebbero fornito allo chef la droga.

“Facevo uso di stupefacenti e con alcuni amici di una vita accadeva che io mi procurassi la cocaina e gliela facessi avere. Poi loro mi davano i soldi che avevo speso, ma io non ho mai guadagnato nulla dalla cessione di stupefacenti. Era una cortesia tra persone che fanno uso di droga”. Così Mario Di Ferro, il ristoratore accusato di cessione di droga a clienti selezionato del locale, tra cui l’ex senatore Gianfranco Miccichè, ha risposto al gip nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Di Ferro, difeso dall’avvocato Claudio Gallina Montana, ha quindi confermato i fatti che gli contesta la Procura di Palermo smentendo però di aver guadagnato dalla cessione della droga. L’indagato ha quindi confessato di aver consegnato la cocaina sia a Miccichè che a Giancarlo Migliorisi, ex complente dello staff dell’attuale presidente dell’Ars, mentre ha negato di aver mai dato eroina al cantante Analfino pure finito nelle intercettazioni. “Stavamo scherzando al telefono”, ha spiegato. Il ristoratore ha sostenuto di aver avviato un percorso di disintossicazione.

C’è chi cerca quotidianamente una verità diversa da quella reale. Nella mia vita non sono mai scappato e non mi sono mai nascosto, tanto meno ieri. Dopo un incontro molto cordiale con il dottor Antoci, è stato lo stesso a chiedermi se avessi preferito evitare la stampa e, con infinita gentilezza, mi ha accompagnato lui stesso da una uscita del tribunale che io personalmente non conoscevo. Se qualcuno immagina di fare, anche di questo, oggetto di polemica facendone un utilizzo improprio indicandolo addirittura nel titolo con l’unico scopo di creare gossip faccia pure”. Lo scrive in una nota il deputato regionale di Forza Italia Gianfranco Miccichè dopo alcuni articoli di stampa sul suo interrogatorio, ieri, nell’ambito dell’inchiesta sullo spaccio di cocaina a Villa Zito a Palermo in cui lui non è indagato.

È cominciato davanti al gip Antonella Consiglio l’interrogatorio di garanzia di Mario Di Ferro, il gestore del ristorante palermitano Villa Zito accusato di essere il pusher di diversi vip palermitani.

Di Ferro, che è agli arresti domiciliari, è entrato al palazzo di giustizia in compagnia del suo legale, l’avvocato Gallina Montana. Nella lista dei clienti del ristoratore, secondo l’accusa, c’era anche l’ex senatore di Forza Italia Giancarlo Micciché, che non è indagato e che ieri è stato sentito come testimone. Dall’indagine è emerso che l’ex presidente dell’Ars più volte – una trentina circa – sarebbe andato a prendere la cocaina nel locale di Di Ferro. Ad acquistare la droga anche Gianfranco Migliorisi, ex componente dello staff del presidente dell’Assemblea regionale Galvagno che, come Micciché avrebbe utilizzato un’auto blu per recarsi a Villa Zito.

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