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Il punto della situazione

Crisi Fontarossa: aeroporti e trasporti nel caos

giovedì 20 Luglio 2023

L’incendio che nella sera del 16 luglio ha interessato una piccola porzione dell’aeroporto di Catania è solo la punta di un iceberg. L’evento e la conseguente chiusura dello scalo etneo, infatti, hanno provocato un black-out totale nella gestione dell’emergenza che sta prendendo le forme di una vera e propria crisi regionale. Una situazione di fortissimi disagi per passeggeri di ogni tipo, nei giorni più caldi – in tutti i sensi – per la stagione estiva di una Regione meta privilegiata del turismo internazionale.

Ma facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire i passaggi che hanno portato all’attuale caos: un’incendio, le cui cause sono ancora da accertare (sono in corso due diverse indagini da parte della Procura) colpisce un’area del Terminal A dell’aerostazione di Catania. Enac e SAC, la società che gestisce lo scalo, comunicano inizialmente che la normalità sarebbe stata ripristinata entro tre giorni (mercoledì 19, dopo le 14). Nel frattempo, per gestire l’enorme flusso di voli, le autorità hanno dirottato i voli su Trapani, Palermo ed il piccolo aeroporto di Comiso. Anch’esso gestito da SAC e, come spiegano i vertici, colpito indirettamente dall’incendio per un danno generale ai server dell’aeroporto catanese (cui sono collegati quelli di Comiso).

Le operazioni di ripristino, tuttavia, si protraggono nel tempo e SAC annuncia che la chiusura di Fontanarossa durerà fino a giorno 25 luglio. Una comunicazione che getta nel panico prima di tutto i passeggeri che, per arrivare nel capoluogo etneo, sono costretti ad aspettare le navette bus messe a disposizione da Enac e Sac e quelle, gratuite, annunciate da un accordo tra la Regione e i privati. E che, una volta saliti, devono affrontare diverse ore di tragitto nelle tormentate autostrade siciliane (si calcola un percorso medio di 4 ore e mezza per arrivare a Catania da Trapani). Accanto a questo, come denunciano alcuni, si sono già verificati casi di sciacallaggio con alcuni bus che chiedono pagamenti in contanti per riportare le persone a Catania.

Allarme che si diffonde anche tra le società di gestione degli altri aeroporti siciliani. Palermo infatti, tramite l’amministratore di Gesap Natale Chieppa, fa sapere che non accetterà più i voli dirottati da Catania “da venerdì a domenica“. Salvo poi essere bacchettato da Enac che rivendica il suo ruolo di autorità di gestione degli aeroporti e dal presidente della Regione, Renato Schifani, che attacca duramente Gesap: “Non posso che stigmatizzare l’atteggiamento della direzione generale dell’aeroporto di Palermo che, senza un doveroso confronto con gli organi di controllo, ha dichiarato di non accettare più voli destinati originariamente allo scalo di Catania, ingenerando così uno stato di allarmismo e tensione sociale in quanti hanno scelto di trovare in Sicilia, simbolo dell’accoglienza, un luogo ideale per le vacanze”.

Un danno ancora da calcolare ma dai margini, purtroppo, molto ampi. E ad essere messa sul banco degli imputati, virtuali, per il protrarsi di questa situazione è prima di tutto la dirigenza dell’aeroporto di Catania. Gli attacchi politici provengono da tutte le parti con in testa M5S e Sud chiama Nord di Cateno De Luca. La catanese Jose Marano dei cinquestelle parla di “gestione raccapricciante”: “la gestione dell’emergenza si sta rivelando alquanto inefficiente. Lasciano infatti basiti le dichiarazioni della Gesap, società che gestisce l’aeroporto di Palermo, che ha annunciato di non voler ricevere voli ex Catania nelle giornate che vanno dal venerdì alla domenica. Tutto questo nasce dal fatto che non si vuole perseguire la strada di una gestione comune di tutti gli scali aeroportuali così come noi proponiamo da anni“.

Ma, incredibilmente, l’attacco più duro all’amministrazione di Sac viene da uno dei volti più noti di Forza Italia, Stefania Prestigiacomo. L’ex ministro non usa mezzi termini e punta il dito contro SAC e chiede addirittura al governo l’invio di un commissario.

Il rogo che si è sviluppato domenica notte all’aeroporto di Catania ha gettato la Sicilia in uno stato di emergenza che i vertici istituzionali isolani sembrano non comprendere in tutta la sua gravità e che il Governo nazionale dovrebbe avocare e gestire“, scrive Prestigiacomo in una nota. “Ciò che è accaduto – prosegue l’esponente siracusana di FI – ha evidenziato gravissime lacune in materia di piani di sicurezza dell’aerostazione dove miracolosamente non si sono registrate conseguenze per gli utenti”. “Mi appello al governo nazionale affinché commissari la SAC  – conclude Prestigiacomo – cercando così di ridurre al minimo i disagi per gli utenti e ponendo fine – conclude – ai danni che potrebbe continuare a fare una dirigenza dimostratasi assolutamente non in grado di gestire la situazione“.

Nico Torrisi, amministratore delegato di Sac ha spiegato che “qualcosa che non ha funzionato” pur sostenendo il corretto funzionamento del sistema antincendio così come aveva già fatto sin dalle prime dichiarazioni a poche ore dal rogo. Prova a sedare le polemiche, facendo appello all’unità della comunità, il sindaco di Catania Enrico Trantino: “Ci sarà il tempo per parlare di colpe e inefficienze, ove dovessero essere accertate; in questo momento le polemiche e le accuse servono solo a dividere. Questo – scrive il primo cittadino su Facebook – è il momento dell’assunzione di responsabilità di ogni soggetto istituzionale per fronteggiare una grave emergenza che va affrontata con serietà, rigore e leale collaborazione nel superiore interesse generale”.

Ed arriva proprio questa mattina l’aiuto del governo nazionale, annunciato dal governatore Schifani: per tamponare l’emergenza si potrà utilizzare lo scalo dell’aviazione militare italiana di Sigonella.

Ieri sera – afferma Schifani in una nota – ho chiamato il ministro Guido Crosetto al quale ho chiesto la possibilità dell’utilizzo dello scalo dell’aeroporto militare di Sigonella, dopo aver rappresentato il grave stato di criticità in cui si trova il sistema aeroportuale siciliano a seguito della ridottissima attività dello scalo di Fontanarossa”. “Il ministro, dopo le dovute consultazioni – aggiunge Schifani – mi ha informato circa la possibilità dell’utilizzo dello scalo militare, come già avvenuto in una precedente situazione di inagibilità dell’aeroporto di Catania, a causa della pioggia di polvere vulcanica. “.

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