Piove cenere nell’inciviltà siciliana. Tante le province colpite dagli incendi dolosi, di piromani che sfruttano le bollenti giornate che hanno colpito l’Isola.
Palermo è forse la città più colpita al momento. Si è svegliata in una nuvola grigia che circondano quelle linee di fuoco che “decorano” le montagne che la circondano, tra cui la discarica di Bellolampo.
Oltre la vegetazione, però, sono colpiti anche gli animali e le persone, costrette, già a sopportare il caldo con difficoltà, ma anche a respirare fumo, ceneri e tutte quelle sostanze tossiche che volano sulle città.
Gli incendi, quindi, possono creare dei danni, partendo dall’apparato respiratorio, che molti non sanno.
Il fumo è costituito da sottoprodotti chimici di una combustione incompleta, e molti di questi componenti sono altamente irritanti per le mucose respiratorie. Tra le sostanze più pericolose e comuni troviamo: l’acetaldeide, benzene, acido cianidrico, ammoniaca, ossido di azoto e ossido di carbonio.
A queste si aggiungono le polveri sottili (chiamate anche particolato) sono invisibili in quanto costituite da sostanze liquide e solide dal diametro che varia da 1/100 ad 1/400 di millimetro. Questi, insieme alle altre sostanze, agiscono come bronco-costrittori e aumentano ulteriormente il danno polmonare che può far insorgere patologie permanenti come asma o Bpco (broncopneumopatia cronica ostruttiva) e tumori.
Cosa succede ai polmoni durante e dopo l’inalazione
Una reazione immediata è dovuta al danno termico sulle vie aeree superiori, con conseguente ostruzione, avvelenamento da ossido di carbonio e, ovviamente, l’inalazione polmonare di fumo. Alcuni soggetti possono esser colpiti, in un secondo momento (24-48 ore dopo), dalla sindrome da distress respiratorio (ARDS). La sindrome consiste in una forma d’insufficienza respiratoria acuta caratterizzata da edema polmonare non cardiogenico, dispnea e grave ipossiemia refrattaria all’ossigeno-terapia. Inoltre si possono scatenare delle complicazioni polmonari tardive, tra cui polmonite, atelectasie, embolie polmonari.
I sintomi a cui prestare attenzione
Tra i primi la tachipnea (respiro accelerato), tosse, dispnea (difficoltà di respiro), respiro sibilante, cianosi, raucedine. A queste si può aggiungere l’ipossiemia, ossia la mancanza di ossigeno nel sangue che può portare all’insorgenza di edemi polmonari. Inoltre, il corpo, già sotto stress, partendo dai polmoni, può esser colpito da infezioni batteriche da Pseudomonas Aeruginosa o da Stafilococco Aureo.
Non finisce qui. La mancanza di ossigeno ai vari organi del corpo può far sorgere altri sintomi che possono indicare che qualcosa non va.
Tra questi: cefalea, nausea e vomito, confusione mentale, disturbi della vista, perdita dello stato di coscienza e convulsioni. Nei casi più gravi o non diagnosticati in tempo: coma e morte.