E’ il progetto Archeofish ad aggiudicarsi la sezione speciale “Storia” della XVIII edizione del premio nazionale “Portopalo Più a Sud di Tunisi”. A ricevere il premio il prof. Daniele Malfitana, il prof. Dario Bernal-Casasola e il dott. Antonino Mazzaglia, in rappresentanza del gruppo di studiosi.
Archeofish è un progetto iniziato nel 2019 da studiosi delle Università di Catania e di Cadice e dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Cnr, focalizzato sulla zona archeologica di Scalo Mandrie a Portopalo. Si tratta di un vero e proprio viaggio alla ricerca delle origini delle tonnare in Sicilia, finalizzata ad indagare l’archeologia degli antichi siti per la salagione nel Mediterraneo occidentale. Un progetto interdisciplinare tra archeologia classica e del paesaggio, archeozoologia e archeologia della produzione che ha permesso di indagare sulle oltre 60 vasche di lavorazione. La direzione scientifica degli scavi è stata affidata ai docenti Daniele Malfitana (Catania) e Darío Bernal-Casasola (Cadice) e la vice direzione a Antonino Mazzaglia (Catania) e José J. Diaz (Cadice) in collaborazione con la Soprintendenza archeologica di Siracusa.
Lo studio ha portato al ritrovamento di frammenti di vasellame utilizzati per il consumo di liquidi, reperti di anfore e strumenti di lavorazione, come i resti di vasche, testimonianze dell’importante polo industriale per la lavorazione ed esportazione del pesce.
“Quando si lavora sodo, quando si fa il proprio mestiere con il giusto entusiasmo, quando si coinvolge la comunità tutta, quando, infine, si dà conto alla comunità scientifica internazionale dei risultati raggiunti, allora, si è poi felici se ti danno un premio. Per queste ragioni, ieri ci è stato assegnato il 18esimo Premio “Portopalo, Premio nazionale più a Sud di Tunisi“. Con Dario Bernal (Università di Cadice), Antonino Pizzo (Direttore Scuola Spagnola di archeologia di Roma), Antonino Mazzaglia (Cnr, Catania). Portopalo, le antiche tonnare, il mare. Andate a visitarle, mentre prendete il bagno!“. Sono queste le parole del prof. Daniele Malfitana sul proprio profilo Facebook.