“L’uomo proteso alla giustizia, l’uomo capace di culto spirituale, ascolta e prende parte alle sofferenze degli altri fino a farsene ferire mortalmente“. Così l’arcivescovo Corrado Lorefice nel corso dell’omelia per la messa in ricordo del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, sottolineando come il generale abbia vissuto la sua vita a difesa degli ultimi degli indifesi.
“Spesso la scelta di fare ciò che è giusto fra gli uomini presa davanti alla propria coscienza e davanti a Dio, viene fatta in totale solitudine – ha aggiunto Lorefice – se non nell’incomprensione e nell’avversione anche dei più prossimi o delle stesse istituzioni che si servono“.
La vita del generale contrapposta a quanti fanno solo del male contro l’umanità. “Chi compie il male è insensibile alla sofferenza umana. Diventa imprenditore e propagatore compiaciuto di sofferenza – ha sottolineato l’arcivescovo – Questo è la mafia, questo sono gli uomini e le donne delle organizzazioni mafiose. Questo sono i piromani che appiccano il fuoco devastatore della nostra martoriata Sicilia. Questo sono i sette stupratori della ragazza dilaniata nel corpo e nell’anima al Foro Italico: giovani accomunati dal delirio di ‘onnipotenza virile’, scatenatosi su una donna trattata come mera ‘carne’ da preda. Uomini e donne, adulti e giovani, che hanno smarrito la passione morale. Incapaci di amare, di rispettare e di onorare la vita altrui“.