Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e 23 fra ex assessori, dirigenti e capi area comunali, sono indagati per alcune presunte scorrettezze nei bilanci comunali. Agli atti ci sono alcune intercettazioni depositate dalla Procura di Palermo che evidenziano le tensioni a Palazzo delle Aquile.
Alcune questioni riguardano i principali teatri della città: per il Teatro Massimo e per il Biondo, il 7 novembre 2019, Basile diceva: “Le richiese del sindaco appaiono spropositate e fuori luogo – scrive la Finanza sintetizzando una conversazione fra il ragioniere generale e la vice capo di gabinetto del primo cittadino – sia per l’assenza di fondi, sia per l’accesso improprio ad altre risorse”. Dice Basile: Allora ci sono due milioni e mezzo vincolati, per l’imposta di soggiorno. Il punto è che il sindaco vuole dare, ed è un pazzo, tre milioni e 7 al Massimo, un milione e mezzo, cioè stiamo parlando di cifre stratosferiche rispetto… quasi sei milioni di euro ai teatri, ma come facciamo?”. “Mi mancano un sacco di soldi — aggiunge il ragioniere generale — entrate gonfiate dei tributi, minchia mi viene da piangere“.
Nelle carte dell’indagine anche una frase attribuita a Orlando: “Si considerano investimenti le spese correnti: l’artifizio che salva tanti Comuni”.