Un ictus si verifica quando l’afflusso di sangue a una parte del cervello viene interrotto o ridotto, impedendo al tessuto cerebrale di ottenere ossigeno e sostanze nutritive e così le cellule cerebrali iniziano a morire in pochi minuti. L’incapacità dei neuroni di rigenerarsi provoca danni permanenti e conseguenze irreversibili.
In tutto il mondo, l‘ictus cerebrale è la seconda causa di morte e la terza causa di disabilità.
Negli ultimi 20 anni è aumentato del 25% il numero di casi di ictus tra le persone da 20 a 64 anni. Inoltre l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che nei prossimi 25 anni la sua incidenza aumenterà del 27%.
Oggi nel mondo si celebra la Giornata mondiale dell’ictus e in tale occasione gli esperti sottolineano l’importanza di un intervento tempestivo. Raccomandano infatti di agire entro le prime 4,5 o al massimo 6 ore dalla comparsa di sintomi.
Se si notano segni di ictus quali difficoltà nel parlare, intorpidimento improvviso, debolezza o paralisi del viso, del braccio o della gamba o un lato della bocca storto, visione offuscata, difficoltà a camminare correttamente, perdita di equilibrio o vertigini improvvise, bisogna chiamare immediatamente il 112 o 118, poiché qualsiasi ritardo può portare a danni cerebrali permanenti o alla morte.
È possibile ridurre la possibilità di avere un ictus gestendo fattori di rischio come l’ipertensione, il colesterolo, il diabete e mangiando in modo sano e svolgendo esercizio fisico.
La riabilitazione dell’ictus poi dovrebbe iniziare quasi immediatamente con un approccio multidisciplinare; vengono infatti coinvolti medici, neurologi, farmacisti clinici, infermieri, fisioterapisti, logopedisti ed anche psicologi e assistenti sociali, dal momento che almeno un terzo delle persone colpite manifesta depressione post ictus.
In questa giornata mondiale, la World stroke organization, ha lanciato il motto “Minutes can save lives”, evidenziando appunto, quanto sia importante agire tempestivamente.