Era stato presentato come il sogno di tutti i genitori, ma a poche settimane dall’avvio si sta rivelando un vero e proprio incubo. È il servizio di mensa scolastica del Comune di Palermo, che dall’inizio di ottobre avrebbe dovuto garantire alimenti biologici e a chilometro zero oltre che menu speciali per vegani, celiaci, per chi è affetto da favismo e per esigenze religiose, etiche o di salute in 60 plessi scolastici del capoluogo.
Un appalto da quasi 3,6 milioni di euro, vinto lo scorso luglio dalla romana “Rti Vivenda spa – Siristora F&G srl – Solidarietà e lavoro Soc”, unica proposta arrivata agli uffici dell’assessorato guidato da Aristide Tamajo.
Se la qualità del cibo non si discute, quello che sta facendo montare la rabbia dei genitori, che hanno segnalato il problema a ilSicilia.it su WhatsApp (378.0835993) alla rubrica “La città città chiama…”, è il fatto che nessuno si preoccupi di tagliare carne e pesce ai bambini, né di sbucciar loro la frutta, privandola del nocciolo.
Così, dallo scorso 11 ottobre, giorno in cui è iniziato il servizio, alunni dai 3 anni in su sono costretti ad addentare intere cotolette, lasciando spesso il cibo nei piatti, ad un costo che varia dai 20 ai 140 euro al mese, in base alla fascia di reddito. Il problema non si pone per le scuole medie, ma diventa di primaria importanza per quelle famiglie con bambini iscritti alla scuola dell’infanzia e alle elementari.
“Ci siamo resi subito conto che qualcosa non andava – racconta Alessia Di Chiara, una delle rappresentati del plesso Alongi dell’istituto Salgari – quando abbiamo iniziato a ritrovarci negli zaini dei nostri figli la frutta non mangiata. La spiegazione è stata che, visto che gli operatori non potevano sbucciarla, per non fare un torto agli altri bambini, nessuno l’avrebbe avuta a disposizione durante il pranzo, neanche quegli alunni che avrebbero potuto sbucciarsela da soli. Ed è solo per evitare di buttarla che ce la siamo ritrovata negli zaini”.
Situazione simile anche per l’acqua. “Se è vero che il mondo ringrazia ogni volta che viene usata meno plastica – aggiunge Monica Di Mattei, altra rappresentante del plesso Alongi – d’altro canto è quasi impossibile pretendere che un bimbo di quattro anni riesca a versarsi da bere da una bottiglia da due litri senza combinare danni”.
Se con l’acqua e la frutta un’alternativa nell’emergenza, più o meno, è stata trovata, lo stesso non si può dire per i secondi: carne e pesce sono spesso divorati aiutandosi solo con una forchetta. Oppure scartati del tutto, con buona pace di chi ogni giorno si prodiga per ridurre al minimo gli sprechi alimentari.
“Gli insegnanti non possono fare niente – prosegue Di Mattei – e non ci sono operatori comunali disponibili che abbiano completato il corso haccp. E allora chi deve occuparsi di tagliare la carne e togliere il nocciolo ai frutti? Noi genitori siamo preoccupati. Nelle ultime ore, poi, sono spuntati pure i coltelli, anche se di plastica – fa notare – Inoltre, paghiamo, chi più chi meno, per un servizio a metà e nel frattempo il cibo, che non è in confezioni monodose, viene buttato via. Fino all’anno scorso il problema non si era mai posto, perché della cosa se ne occupavano direttamente i dipendenti comunali”.
Peccato che lo facessero fuori dalle proprie mansioni, diciamo spontaneamente, in modo informale. Per questo al momento del nuovo bando nessuno si era posto il quesito. Che è venuto fuori subito, alla prima settimana di servizio e non solo all’Istituto Salgari. Diverse, infatti, sono state le richieste di chiarimento da parte dei dirigenti scolastici delle scuole primarie e dell’infanzia.
Intanto, dal Comune fanno sapere che “per la prima volta l’amministrazione ha affidato lo sporzionamento alla ditta appaltatrice. Il ché, però, non significa che siano gli inservienti della Vivenda a dover tagliare la carne o sbucciare la frutta. Secondo il contratto di lavoro nazionale, infatti, dell’assistenza al pasto se ne devono occupare i collaboratori scolastici“.
Nei prossimi giorni, quindi, dopo un confronto con l’Ufficio scolastico regionale che stabilirà le linee-guida da seguire, verrà inviata una circolare a tutte le scuole che usufruiscono del servizio di refezione, “per evidenziare quanto già chiarito dal contratto e che è stato già confermato anche dall’orientamento dell’Aran”.
Di quali e quanti collaboratori scolastici si parla, ancora, non è dato sapere.
“L’Amministrazione è molto attenta alle segnalazioni dei genitori che vengono esaminate e gestite quotidianamente nell’interesse di bambini e ragazzi e con l’obiettivo di migliorare il servizio. Il problema che ci è stato sottoposto da alcune scuole è stato affrontato e a breve sarà risolto”, è il commento di Aristide Tamajo, assessore all’Istruzione e all’edilizia scolastica del Comune di Palermo.