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Il caso

Senza soldi non si canta messa?

venerdì 27 Ottobre 2023

L’antica saggezza popolare suggerisce che “senza soldi non si canta messa” e forse don Vincenzo Cafra, parroco della Chiesa Madre di Sortino, nel Siracusano, ha interpretato l’adagio un po’ troppo letteralmente visto che si è visto mettere le manette ai polsi per una richiesta decisamente esosa per un funerale: il prete infatti avrebbe imposto all’agenzia di pompe funebri il pagamento di cento euro per ogni funerale che celebrava. Il parroco della Chiesa Madre di Sortino è stato posto ai domiciliari e comparirà davanti al gip del tribunale di Siracusa per la convalida dell’arresto.

La vicenda, come prevedibile, ha destato scalpore e indignazione e riaperto il dibattito sulle offerte per i sacramenti. Non è mancato l’autorevolissimo intervento del Papa che ha tuonato, in spagnolo, durante la 18/a Congregazione generale del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità: “è doloroso – ha detto Papa Francesco – trovare in alcuni uffici parrocchiali ‘l’elenco dei prezzi’ dei servizi sacramentali come in un supermercato. O la Chiesa è il popolo fedele di Dio in cammino, santo e peccatore, o finisce per essere un’azienda di servizi vari, e quando gli agenti pastorali prendono questa seconda strada, la Chiesa diventa il supermercato della salvezza e i sacerdoti semplici dipendenti di una multinazionale”.

Sarà doloroso, dispiacerà un po’ a Papa Bergoglio però se si va a cercare in giro le varie Conferenze episcopali hanno dato delle indicazioni per tasse ed offerte per i servizi di Curia e parrocchiali. L’intento, più o meno dal Concilio di Trento, non è mai stato quello di stabilire un ‘prezziario’ dei sacramenti ma di dare delle indicazioni utili ai parroci per non lasciare all’arbitrio dei singoli parroci l’indicazione dell’offerta per i fedeli in relazione al sacramento o al servizio parrocchiale.

La Conferenza Episcopale Siciliana si è pronunciata in tal senso con un’apposita delibera nel lontano 6 ottobre 2001. Nella delibera dell’assise dei vescovi siciliani dell’epoca si legge: “la Conferenza ha provveduto a convertire in Euro, con gli opportuni arrotondamenti, gli importi relativi alle tasse e alle offerte per i servizi sacramentali, determinate dalla Delibera della C.E.Si del 28.04.1997, in vigore nella nostra Regione Ecclesiastica dal 01.01.1998”. La delibera è rinvenibile in numerosi siti delle diocesi siciliane e dice chiaramente che per battesimi e funerali non è prevista nessuna offerta. In tal senso i 100 euro di don Cafra non sarebbero giustificabili neanche con l’aumento dei prezzi di questi ultimi tempi.

Ma a guardare bene se per nascere e morire non sono previste offerte per tutto il resto non c’è Mastercard ma quasi… e così per le cosiddette offerte di messa sono previsti 8 euro che nella pratica sono arrivati (anche qui aumento dei prezzi?) a 10 euro. Tuttavia se il prete celebra nella stessa giornata altre due o tre messe non può trattenere tutto ma deve 4 euro alla Diocesi. I prezzi si alzano quando si comincia a parlare di matrimoni: il processicolo in parrocchia costa 10 euro ma si aggiungono altri 5 euro se deve intervenire la Curia per revisioni del processicolo o per dispense e permessi di celebrazione del matrimonio. Per il sacramento del matrimonio è prevista un’offerta di 103 euro senza però fiori ed organista ma le nozze devono essere celebrate nella propria parrocchia perché altrimenti si aggiungono 26 euro per andare a convolare a nozze in altra chiesa o parrocchia.

Le offerte per i matrimoni però sembrano il tasto più dolente. Se battezzarsi e morire ( a parte che a Sortino a quanto pare) è gratis per le nozze i prezzi salgono decisamente soprattutto se si vogliono determinati servizi o le chiese più ambite. Così a Palermo i domenicani sul sito della Chiesa di san Domenico precisano che per i matrimoni “l’offerta per la chiesa è di 400,00 € (quattrocento euro). Essa serve per pagare il personale, la pulizia della chiesa prima e dopo il matrimonio, l’illuminazione” sempre a Palermo l’ambita Cappella Palatina sul sito è più criptica: “non esiste un vero e proprio costo all’interno di una Chiesa, ma sarà il nostro Ufficio Parrocchiale ad aggiornarvi circa le modalità di partecipazione al vostro evento”. Salato anche il conto del Duomo di Monreale dove a detta degli sposi si spazia dai 250 ai 450 euro in base ai servizi. Un range quello di Monreale che sembra confermare anche quello delle chiese più gettonate delle altre province siciliane con picchi soprattutto per centri come Taormina.

Un capitolo a parte meritano le cosiddette “messe gregoriane” cioè una serie di trenta messe celebrate per trenta giorni consecutivi in suffragio di un defunto. I prezzi delle offerte qui si fanno piuttosto consistenti. Nel sito della Cattedrale di Catania a tal proposito si avverte che “per il maggior onere costituito dal celebrare le Messe Gregoriane, i fedeli sono soliti offrire al sacerdote una oblazione più consistente della consueta”, più espliciti invece al Seminario di Acireale dove si chiedono  240 euro e i Francescani di Terra Santa che chiedono per le Gregoriane 450 euro.

Ci sono poi chiese e santuari che si servono delle moderne tecnologie per raccogliere le offerte anche se con diversi approcci: se da un lato i padri Rogazionisti del fondatore messinese Padre Annibale Maria Di Francia hanno un moderno sito per ordinare messe, tridui, Gregoriane e messe perpetue ad offerta totalmente libera dall’altra c’è il Santuario della Madonna delle Lacrime a Siracusa che, oltre a consentire la scelta della modalità di pagamento consente di scegliere la consistenza dell’offerta con opzioni da 10, 25, 50, 100 e 250 euro. C’è anche l’opzione importo personalizzato che, a onor del vero, consentirebbe anche di donare un solo euro.

L’indagine, seppur sommaria, fornisce un quadro decisamente variegato e alimenterà ancora un dibattito plurisecolare e spesso feroce. Anche se a giudicare dalle foto don Cafra non sembra il domenicano Giovanni Tetzel, il frate venditore di indulgente  preso in giro da Lutero con la nota filastrocca: “quando cade il soldin nella cassetta/l’anima vola al cielo benedetta”.

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