Il popolo dei No Ponte è tornato in strada, per ribadire le motivazioni contro un’opera definita non soltanto inutile e costosa ma anche dannosa. Un popolo numeroso, c’è stato il consueto balletto dei numeri (meno di 5 mila per la Questura almeno 10 mila per i partecipanti), ma al di là delle cifre erano davvero tantissime le persone che, tra bandiere colorate, no ponte, invece del ponte e sigle sindacali e di partito hanno spiegato le diverse ragioni del No.
Ad aprire il corteo, partito da piazza Cairoli, lo striscione di chi ha promosso la mobilitazione con lo slogan “Lo Stretto non si tocca”, seguito da quelli di tutte le associazioni e i comitati. Poi bandiere di Wwf, egambiente, M5s, Pd, Cgil, e striscioni contro il ministro delle bufale, Matteo Salvini. In prima fila gli storici No Ponte, da Gino Sturniolo ad Antonio Mazzeo, da Renato Accorinti all’associazione Invece del Ponte. Poi esponenti politici dem, i 5stelle Barbara Floridia e Antonio De Luca, e il portavoce nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che ha annunciato l’avvio di una battaglia giuridico-legale contro la società Ponte sullo Stretto che finora ha negato la visione delle carte. Dalla strada ai tribunali. C’erano poi l’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano e padre Alex Zanotelli, nonché nopontisti da tutta Sicilia e Calabria. Il corteo dopo aver attraversato il centro si è concluso a piazza Duomo. La presenza dei partiti però è stata evidenziata nella nota degli organizzatori come un fatto non del tutto positivo. Non ci stanno a farne una battaglia di parte, ideologica e soprattutto, il no al Ponte è di tutti. In primo luogo di chi questa battaglia l’ha fatta sempre e da sempre e nonostante tutto.
“La motivazione contro il feticcio del ponte va avanti- hanno commentato gli esponenti di “Invece del Ponte”- sempre più forte e consapevole di rappresentare un popolo che non vuole accettare la devastazione e lo sperpero di denaro pubblico. La manifestazione è stata imponente e conferma la fortissima opposizione
“Ancora una grande giornata di lotta del popolo No ponte- hanno concluso gli organizzatori- Si erano illusi di trovare un territorio pacificato. Si erano illusi che sarebbero bastate poche balle per convincere gli abitanti dello Stretto. Si erano illusi che ci saremmo bevuti il ponte green e i 100.000 posti di lavoro. Insomma, si erano illusi che il movimento No ponte non ci fosse più. E invece si sono ritrovati 3 manifestazioni in pochi mesi con migliaia di persone in piazza e una promessa: ci vediamo sui cantieri.
Ci sarà ora, come sempre, la girandola dei numeri. A noi non importa nulla. L’abbiamo detto a Torre Faro, l’abbiamo detto il 12 agosto. Lo diciamo oggi. Eravamo una marea.
All’interno di questa moltitudine abbiamo scelto di esserci con le modalità di sempre. Facendo prevalere le bandiere No ponte su quelle delle singole identità organizzate, portando in piazza le bandiere degli altri movimenti in lotta, secondo un pensiero intersezionale che non scinde i mille conflitti che attraversano la società. Di questa giornata portiamo, però, con noi un dispiacere. Quelle prime file sotto il palco con sole bandiere di partito non rendono conto della storia del nostro movimento e non promettono nulla per il futuro. La lotta contro il ponte verrà vinta dalla mobilitazione degli abitanti dei territori dell’area dello Stretto e dalla partecipazione degli altri movimenti territoriali con i quali intratteniamo un rapporto di reciprocità. Andremo avanti così, continuando a organizzare la resistenza al mostro sullo Stretto.