Per la Giornata Internazionale sui migranti per lunedì 18 dicembre, l’Unicef ha presentato il rapporto “La Frontiera dei Diritti”, un viaggio tra la frontiera Nord e Sud dell’Italia con un focus concentrato sull’impegno dell’Unicef nella Sicilia e nel Sud tra le difficoltà e le condizioni critiche degli hotspot e dei centri di accoglienza, in particolare a Lampedusa.
Il rapporto riflette sulle sfide affrontate nel contesto normativo, evidenziando lo “stato d’emergenza” dichiarato a causa dell’incremento eccezionale dei flussi migratori nel Mediterraneo. Questa misura ha accelerato i trasferimenti dall’hotspot di Lampedusa, ma ha anche portato al sovraffollamento delle strutture in Sicilia, Calabria e Puglia, spesso non idonee per una permanenza prolungata.
Lampedusa e la Sicilia: sistema di accoglienza in grande difficoltà
Il report sottolinea le sfide nelle strutture di accoglienza del Sud Italia, evidenziando la Sicilia come un punto cruciale e in particolare Lampedusa e il suo hotspot rappresentano un valido e concreto punto di riferimento della situazione attuale.
Nei centri di prima accoglienza, spesso allestiti in modo precario con brandine e privi di servizi essenziali, le condizioni igienico-sanitarie risultano critiche. La mancanza di accesso a beni di base, come vestiti e coperte, e dispositivi mobili per comunicare con le famiglie crea disagi, specialmente per i minori.
Gli hotspot e le tensostrutture, originariamente progettati per ospitare temporaneamente i migranti durante le procedure di identificazione, si trovano ad accogliere persone per periodi prolungati, generando sovraffollamento e difficoltà logistiche. Strutture di emergenza, come vecchi edifici scolastici, vengono adibite a centri di accoglienza temporanea, spesso carenti di servizi cruciali per la tutela dei minori.
“La Frontiera dei Diritti” mette in luce lacune nell’identificazione e nel segnalazione dei casi più vulnerabili, spesso dovute all’elevato numero di minori rispetto agli operatori disponibili. Mancano accesso a beni di prima necessità e servizi essenziali, tra cui kit igienico-sanitari e supporto psicosociale.
Attraverso il servizio Here4U di U-Report On The Move, l’Unicef raccoglie segnalazioni da minori in prima accoglienza, rivelando traumi legati al viaggio, flashback continui e difficoltà a dormire. La mancanza di mediazione e informazioni adeguate contribuisce al disorientamento e alla paura vissuti dai giovani migranti.
Operando in prima linea insieme a Save the Children, l’Unicef si concentra sulla protezione di minori accompagnati e non, nuclei familiari e donne vittime di violenza di genere.
Lampedusa, principale punto di approdo e centro di attenzione mediatica, registra il maggior numero di naufragi. Nonostante la visibilità di Lampedusa, altre località siciliane come Messina, Pozzallo, Taranto e Vibo Valentia ospitano anch’esse hotspot, mentre Porto Empedocle, Augusta e Roccella Jonica dispongono di tensostrutture.
La dichiarazione dello stato d’emergenza ha portato a un potenziamento dei centri in Calabria e Puglia, rendendole destinazioni frequenti per i trasferimenti dalla Sicilia. La situazione mette in luce la necessità di interventi immediati per garantire dignità e diritti fondamentali a coloro che attraversano la “frontiera dei diritti” in Sicilia, con particolare attenzione a Lampedusa.
Attraverso storie raccolte in Sicilia, Calabria, Puglia e Liguria, il rapporto delinea il modo in cui l’Unicef si è adattato alle mutevoli dinamiche dell’emergenza, sottolineando la necessità di servizi adeguati per la protezione e l’inclusione dei bambini.
I dati del report
Questo rapporto propone una panoramica sui minori stranieri non accompagnati in Italia e sui principali luoghi di sbarco e di transito in cui l’Unicef è attivo, dalle frontiere Sud alle frontiere terrestri del Nord Italia.
Il rapporto propone due focus su due dei territori in cui l’Unicef opera: il primo riguarda la frontiera Sud e muove dalla Sicilia e in particolare Lampedusa quale principale luogo di arrivo e sbarco, per poi concentrarsi su Calabria e Puglia, altri luoghi non solo di arrivo ma che hanno conosciuto quest’anno un potenziamento delle strutture emergenziali per fare fronte all’incremento dei numeri.
Nel corso del 2023, l’Italia ha visto l’arrivo di 152.272 migranti e rifugiati via mare, con Lampedusa che ha rappresentato il 70% di questi arrivi, raggiungendo un picco di circa 7.000 persone nell’hotspot locale a settembre.
Un aumento significativo del 61% rispetto all’anno precedente, con un picco di 25.673 arrivi totali registrato ad agosto. Nel tragico bilancio di quest’anno, 2.211 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale, tra cui numerosi minori, con una media di 11 decessi ogni settimana.
I dati mostrano due ulteriori picchi di arrivi nel 2023, registrati nei mesi di luglio e settembre. Segnala anche un aumento del 21% negli arrivi di minori stranieri non accompagnati.
Attualmente, al 31 ottobre, ci sono 23.798 Minori stranieri non accompagnati ospitati nelle strutture di accoglienza, prevalentemente di sesso maschile (88,3%), con il 71% compreso tra i 16 e i 17 anni. Mentre la maggioranza è di nazionalità egiziana, ucraina, tunisina, guineana, gambiana e ivoriana.
Nonostante il sistema di monitoraggio per gli arrivi via mare, i flussi attraverso la rotta balcanica e il Nord Italia rimangono sfuggenti ai dati ufficiali.
Al 31 ottobre, 687 minori stranieri non accompagnati sono stati allontanati dal sistema di accoglienza.
Questi dati evidenziano la complessità della situazione migratoria in Italia nel 2023, richiamando l’attenzione sulla necessità di affrontare le questioni legate all’accoglienza, alla protezione dei minori e alla gestione degli arrivi.
Le attività dell’Unicef nel 2023: progetto Protect
Attraverso il progetto Protect, in collaborazione con la Commissione Europea e il Ministero dell’Interno, l’Unicef ha raggiunto oltre 7.000 persone in frontiera nel 2023, di cui più di 6.000 minori. Tuttavia, il contesto migratorio si è intensificato, con oltre 153.000 arrivi via mare in Italia quest’anno, inclusi oltre 17.000 minori non accompagnati.
Nel corso del 2023, l’Unicef ha raggiunto oltre 6.700 persone, tra cui 6.100 minori non accompagnati e quasi 500 donne sopravvissute a violenza di genere, in collaborazione con Save the Children.
Attraverso interventi in frontiera supportati dalla Commissione Europea, l’organizzazione ha preso in carico oltre 320 casi con vulnerabilità specifiche e raggiunto circa 33.500 minori stranieri non accompagnati e giovani migranti attraverso la piattaforma digitale U-Report on The Move.
Inoltre, sono stati seguiti oltre 300 casi con il servizio di supporto psicosociale Here4U, in partnership con Arci e Approdi. L’Unicef continua a lavorare per garantire diritti e dignità ai migranti, adattando le proprie azioni alle mutevoli esigenze di chi attraversa la “frontiera dei diritti” in Italia.
Le conclusioni e raccomandazioni dell’Unicef
Il rapporto dell’Unicef delinea le sfide affrontate in Italia nel 2023 riguardo alla migrazione, concentrando l’attenzione sui minori stranieri non accompagnati e sul sistema d’accoglienza. L’approccio emergenziale adottato rischia di compromettere i diritti dei minori, minati da trasferimenti ritardati e mancanza di servizi adeguati.
Il rapporto esorta a superare tale approccio a favore di una strategia a lungo termine rispettosa dei diritti dei minori migranti, chiedendo al governo italiano di garantire trasferimenti tempestivi, protezione da sfruttamento e violenza, e favorire soluzioni di accoglienza familiare come l’affido.
Altresì, si sottolinea l’importanza di nominare tempestivamente il tutore, assicurando l’accesso alle informazioni per scelte sicure e fornendo a tutti gli adolescenti e giovani rifugiati accesso a percorsi educativi, formativi e ai servizi essenziali.
Fonte Dati: report integrale Unicef “La Frontiera dei Diritti”