La stagione turistica da poco andata in archivio ha dato segnali confortanti di ripresa a Taormina dopo lo “tsunami” dell’emergenza Covid ma la crisi è ancora lontana dalla conclusione. A certificare che la strada verso il ritorno all’era pre-pandemia è ancora lunga e tortuosa da percorrere, sono i numeri dell’imposta di soggiorno. Al momento, infatti, il gettito del balzello per l’anno 2021 è di circa Un milione e 300 mila euro, un importo che di fatto equivale al 30% di quanto si registrava a Taormina nel periodo che ha preceduto l’emergenza sanitaria.
L’imposta di soggiorno in vigore a Taormina dal 2013 portava nelle casse del Comune di Taormina importi che sino agli anni 2018 e 2019 hanno sfondato il muro dei 3 milioni di euro, arrivando sino a 3 milioni e mezzo di euro.
Al momento si naviga su proporzioni evidentemente differenti ed è una riprova eloquente che sin qui manca la spinta dei pernottamenti di tanti turisti stranieri, che nella Perla dello Ionio si spera di iniziare a ritrovare a partire dal 2022. Il “colpo di coda” della pandemia, con la quarta ondata in atto, si registra in una fase di bassa stagione e la speranza di tutti gli operatori economici è che il ritorno dei contagi, in atto in Italia e nel mondo, non vanifichi i primi segnali incoraggianti di questa estate e le previsioni per l’estate che verrà.
Al contempo il dato attuale del gettito dell’imposta di soggiorno ha riportato, per forza di cose, d’attualità anche la stringente necessità di regolamentare il settore extralberghiero, comparto in piena espansione a Taormina ma nell’ambito del quale ci sono luci ed ombre. A tal riguardo, stando alle posizioni sia di esponenti dell’opposizione che della maggioranza persisterebbe in città la presenza di una diffusa “zona d’ombra” con tante (troppe) attività non in regola, che in particolare tentano in ogni modo di sfuggire al pagamento dell’imposta turistica come al pagamento di altri tributi.
Stando anche ad un dossier già depositato in Comune dall’ex assessore al Turismo, Salvo Cilona, si parla di circa 250 attività non in regola, per le quali bisognerà fare al più presto le necessarie verifiche, anche perché in assenza di una svolta su questo fronte a rimetterci è non solo il Comune in termini di mancati introiti ma anche i numerosi operatori, invece, in regola che si vedono contrastare in modo spietato da coloro che esercitano facendo concorrenza spietata.