Tra dubbi e incertezze alla fine Eugenio Corini mangerà il panettone. Il match di Como sarà di fondamentale importanza per i rosanero, che al Sinigaglia dovranno dimostrare di aver imparato dai propri errori. La vittoria con il Pisa ha solo rimandato il giudizio su una prestazione che ha spaccato a metà i tifosi: chi gioisce per i ritrovati tre punti e chi ancora fatica a intravedere una chiara identità di gioco.
Come ormai abituati, la trasferta in Lombardia si preannuncia molto affollata, sintomo e sinonimo di una fiducia mai persa nonostante i risultati che hanno gettato nello sconforto un’intera piazza. Il rammarico c’è. Grazie soprattutto al ricco bottino di inizio stagione, con un pizzico di fortuna e qualche punto in più, avrebbe permesso di scalare la classifica, chiudendo il 2023 in bellezza e in corsa per un posto tra le prime della classe.
Vista lago, il Palermo che scenderà in campo sarà una squadra “monca”, a causa dell’assenza dei due suoi pezzi da novanta: Lucioni e Coulibaly. Il primo colonna portante e “regista” improvvisato, il secondo perno del centrocampo e in costante crescita. Per sostituire l’ex Frosinone si ricorrerà al passato. In pole position per un posto da titolare, al fianco di Marconi sarà, con grande probabilità, sarà Nedelcearu. Regna l’incertezza a centrocampo, nell’attesa di scoprire chi partirà dal primo minuto per ricoprire il buco lasciato dal senegalese. Henderson e Vasic sono i più accreditati.
Due pensieri in più per il tecnico che in ottica Como non avrà certamente dormito sogni tranquilli: una squadra offensiva e con il pallino della ricerca ossessiva del bel gioco. Quello dell’antivigilia sarà uno scontro diretto, tra i più attesi della diciottesima giornata. Tra le mura amiche i lariani hanno dimostrato di essere inespugnabili. L’unica sconfitta casalinga risale all’8 ottobre, contro la Cremonese. Un vera corazzata, attualmente tra le formazioni più in forma, senza considerare lo sfortunato inciampo a Brescia. La rosa di Corini però, nonostante gli alti e bassi, ha sempre dimostrato di sapersela giocare con chiunque. A eccezione dello straripante Catanzaro, in ogni occasione i siciliani hanno strappato qualche punto dalle avversarie di vertice.
Dopo il rocambolesco 3-2 dello scorso weekend, la speranza è quella di osservare in campo una sola maschera del Palermo, non una squadra altalenante e influenzata dagli eventi che si susseguono nel corso dei 90 minuti. Un elemento da non sottovalutare e che ha compromesso i risultati degli ultimi mesi. Immaginare un scenario migliore nel 2024, a 20 anni esatti dalla storica promozione in serie A, non è poi così impossibile.