Dopo l’Antitrust ed un paio di Procure, Chiara Ferragni ed il pandoro PinkChristmas finiscono al centro dell’attenzione dei consumatori. Anche in Sicilia.
IL PANDOROGATE
Il caso del “pandoro solidale” (si fa per dire) costato all’influencer ed alla Balocco una multa salata, un’inchiesta ma soprattutto amare conseguenze sul piano della credibilità e della reputazione ha spinto le associazioni dei consumatori a dire la loro e a chiedere il rimborso. Già perché migliaia di italiani nel Natale 2022 hanno acquistato a prezzo rincarato il PinkChristmas convinti di contribuire nel loro piccolo ad un’iniziativa di solidarietà per i bambini malati di cancro.
IL CODACONS
Il “pandorogate” balzato agli onori delle cronache dopo gli articoli di Selvaggia Lucarelli ha svelato il retroscena che di solidale ha ben poco e così centinaia di consumatori hanno sollecitato il Codacons e le associazioni analoghe. La sezione siciliana di Codacons sta presentando in tutte e nove le procure dell’isola esposti per valutare l’avvio di un’indagine per possibili profili penali e nel contempo sta raccogliendo le adesioni di acquirenti beffati.
RICHIESTA DI RIMBORSO
“Numerosi consumatori vogliono chiedere la restituzione dei soldi versati, considerato che l’acquisto è stato realizzato sulla base di informazioni ingannevoli legate alla destinazione dei proventi delle vendite- spiega Codacons nazionale- Molti coloro che, non avendo conservato lo scontrino, ci stanno chiedendo come fare per tutelare i propri diritti: in questo caso è possibile agire per il rimborso della spesa anche in assenza del relativo scontrino di acquisto, firmando una autocertificazione”.
PUBBLICITA’ INGANNEVOLE
Le associazioni si mettono a disposizione di quanti vogliano chiedere a Ferragni e Balocco la restituzione dei 9,37 euro spesi per il pandoro griffato anche in considerazione del fatto che, come affermato dall’Antitrust, la differenza di prezzo con il pandoro tradizionale Balocco “non giustificata da una maggior qualità degli ingredienti, rafforzava, agli occhi del consumatore, il convincimento che nel maggior prezzo del Pandoro griffato fosse incluso un contributo alla citata donazione”.
A MILAZZO L’UDICON
La mail può essere inviata all’indirizzo info@codacons.it per ottenere info e assistenza, e sul sito dell’associazione c’è anche il modulo di autocertifiazione per attestare l’acquisto del pandoro Balocco griffato Ferragni. Anche a Milazzo, come riporta il sito on line milazzo24.it è possibile avviare l’iter rivolgendosi all’ associazione dei consumatori U.Di.Con di Via Vittorio Veneto, 8, dalle ore 16 alle 20.
IL CASO
Le associazioni di consumatori si basano su quanto appurato dall’Antitrust ed in particolare sul fatto che “tutti i messaggi veicolati al pubblico per presentare l’iniziativa benefica sono stati realizzati associando le vendite del Pandoro griffato Ferragni al reperimento dei fondi utili alla donazione all’ospedale Regina Margherita di Torino, pur nella consapevolezza che la donazione era stata fatta mesi prima dell’inizio delle vendite dell’indicato Pandoro”.
CHI HA DONATO?
Nei contenuti diffusi e legati al Pandoro PinkChristmas vi sono espressioni dirette ad avvalorare la circostanza che Chiara Ferragni in prima persona aveva contribuito all’iniziativa benefica. I documenti istruttori, al contrario, dimostrano la circostanza, non smentita, che la donazione pubblicizzata attraverso le confezioni del Pandoro ‘griffato’; e gli altri messaggi è stata fatta dalla sola società Balocco, senza alcuna partecipazione delle società Fenice e Tbs Crew né dell’influencer.
BUONA FEDE DEI CONSUMATORI
“Riteniamo gravissimo – spiega il Codacons – sfruttare un tema delicato come i bambini malati di cancro e la beneficenza per attività commerciali tese unicamente a determinare guadagni per società private. Una campagna quella di Balocco e Ferragni che potrebbe aver ingannato la buona fede dei consumatori, modificando le loro scelte economiche portandoli a spendere soldi nell’errata convinzione che il ricavato delle vendite sarebbe andato ad una struttura sanitaria. E’ già la seconda volta che le iniziative di solidarietà dei Ferragnez sono coinvolte da provvedimenti dell’Antitrust: nel 2020 la piattaforma Gofundme usata da Fedez e Ferragni per la raccolta fondi a favore dell’ospedale San Raffaele è stata multata con 1,5 milioni di euro per i costi occulti a carico dei donatori”.
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