È un momento storico, dopo oltre ventiquattro ore di maratona a Sala d’Ercole i siciliani possono contare su una “Finanziaria solida”. Inoltre e per la prima volta, dopo ventuno anni ininterrotti si scongiura l’esercizio provvisorio per la Regione. Il governo regionale, insieme alla maggioranza, ha messo in campo una legge di stabilità che non solo mette in sicurezza i conti, ma abbatte una delle piaghe più significative: il precariato.
La lotta al precariato rappresenta infatti uno dei pilastri fondamentali della manovra regionale e che mette al primo posto i lavoratori.
“Dopo tantissimi anni abbiamo approvato la Finanziaria senza dover ricorrere all’esercizio provvisorio. Un successo per il governo e per l’intera Sicilia. Numerosi gli obiettivi centrati, tra cui quello, storico, relativo alla stabilizzazione dei 3700 lavoratori precari Asu. Un provvedimento che darà dignità lavorativa a tante famiglie che per circa 30 anni hanno vissuto nell’incertezza. Una legge di stabilità che elimina parte del precariato, garantendo, al contempo, servizi fondamentali ai siciliani. Il governo Schifani ha ancora una volta dimostrato che tutti insieme possiamo lavorare concretamente per una Sicilia migliore”. Lo dichiara l’assessore regionale alla Famiglia, alle politiche sociali e al lavoro Nuccia Albano.
Il processo di stabilizzazione del personale Asu “darà dignità lavorativa a migliaia di famiglie siciliane”, ha detto il capogruppo della Dc all’Ars Carmelo Pace. In più è
prevista la proroga fino al 2025 per i contrattisti che così potranno continuare a lavorare senza alcuna interruzione anche nei Comuni che sono in dissesto finanziario.
Sula materia interviene anche il presidente della commissione Affari istituzionali Ignazio Abbate (Dc): “La stabilizzazione dei 4 mila lavoratori Asu è stata affrontata in maniera compiuta”.
Un obiettivo sposato anche dal deputato regionale della Lega Pippo Laccoto. “Un obiettivo per il quale mi sono a lungo battuto. La stabilizzazione a 24 ore settimanali dei 3700 lavoratori Asu impegnati nei Comuni è un risultato che significa il raggiungimento dei diritti e della dignità lavorativa per tante famiglie che per quasi 30 anni hanno convissuto con il precariato. Un risultato che avevo chiesto a più riprese anche in passato con disegni di legge e in interrogazioni e che adesso ha ottenuto la condivisione trasversale delle forze politiche. Ai lavoratori Asu va il mio personale ringraziamento per aver svolto in questi lunghi anni servizi indispensabili per le pubbliche amministrazioni e le comunità senza nemmeno tutela previdenziale. Per loro il nuovo anno inizia all’insegna dell’ottimismo per la conquista di un risultato che significa giustizia sociale”.
Una vertenza portata avanti anche dai sindacati. Il segretario della Cisl Fp Sicilia Paolo Montera commenta una delle disposizioni votate nelle mattinate all’Ars in seno alla discussione sulla legge di stabilità.
“Dopo la norma sulla stabilizzazione degli Asu, è positivo che Parlamento e governo regionale abbiano condiviso e votato una norma di salvaguardia, da noi fortemente sostenuta, sui precari degli enti in dissesto: Su questa vertenza, lo sosteniamo da sempre, serve un azione di sistema affinché i lavoratori che non sono stati ancora stabilizzati non rischino il posto di lavoro”.
Nei giorni scorsi un migliaio di precari degli enti in dissesto e le loro famiglie hanno vissuto giorni di sconforto. I termini per la loro stabilizzazione sono scaduti il 31 dicembre. “L’Assemblea – spiega Montera –ha fatto con responsabilità quanto era nelle sue possibilità per evitare che dopo anni di servizio i lavoratori potessero trovarsi senza lavoro. Come sindacato stiamo seguendo la vertenza anche nell’iter di discussione del Ddl Milleproroghe, anche qui sostenendo un emendamento e chiedendo il pieno sostegno alla delegazione siciliana al parlamento nazionale coinvolta affinché si faccia portatrice di queste istanze e potere, finalmente, ‘sanare’ una piaga ultra ventennale”.
“Bene, molto bene, anche l’altro emendamento da noi sollecitato – aggiunge – cioè l’adozione della disposizione che consente l’aumento delle rette delle Rsa a condizione che siano applicati i contratti collettivi firmati dalle organizzazioni più rappresentative”.
“Infine, segnaliamo come positiva anche la norma sullo sblocco delle assunzioni in Regione. Adesso bisogna accelerare sul rinnovo dei contratti e sulle riforme ormai improcrastinabili”, conclude il segretario della Cisl Fp Sicilia.
Il 2024 è, dunque, l’anno della svolta per mettere un punto definitivo alle storiche battaglie e ottenere così un contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato. Almeno, fino a prova contraria.