Il rischio è arrivare fuori tempo, anche perché ci sono “vicini di casa” da Catania ad altre realtà della Sicilia e della Calabria che si stanno preparando da un po’. Mancano 5 mesi all’avvio dei cantieri per il Ponte e la domanda che la Cisl fa è questa: Messina è pronta? Con la consapevolezza della risposta: no.
LA SVEGLIA DELLA CISL
A dare la sveglia è il segretario generale della Cisl Messina Antonino Alibrandi che ha incontrato il sindaco Federico Basile e chiamato a raccolta le forze politiche, imprenditoriali, il mondo dell’associazionismo affinché “si chiuda il capitolo delle chiacchiere, delle posizioni ideologiche e si faccia fronte comune per andare incontro alle opportunità. Perché, è bene ricordarlo, che al di là del Ponte, ci saranno opere a supporto che, per l’80% dell’intero finanziamento, saranno a Messina”.
CATANIA E REGGIO PRONTE
Il sindacalista ricorda che il Ponte è un’opera che non riguarda solo l’Italia ma è internazionale ed invece a Messina si è fermi solo a scontri ideologici tra sipontisti e nopontisti. Gli effetti delle cantierizzazioni saranno importanti “e non possiamo – continua Alibrandi – pensare di sopportare solo i disagi mentre le ricadute positive ed economiche andrebbero altrove. Fuori da Messina guardano alle opportunità, si pensa a realizzare centri (a Reggio Calabria e Catania) per la formazione delle professionalità che dovranno essere impiegate nella costruzione (QUI). Lavoratori che acquisirebbero specializzazioni importanti da spendere anche fuori, non per forza sul ponte. Ma sulla grande opera serviranno migliaia di lavoratori e ci sono i margini per mettere in piedi un altro centro di formazione a Messina”.
Del resto è abbastanza evidente che le ricadute occupazionali non riguardano solo l’edilizia o l’indotto del settore, ma sono ad ampio raggio, dai servizi a supporto di chi lavorerà alla costruzione e non soltanto.
PATTO PER IL LAVORO
“Dalla ricettività alla logistica, sono solo alcuni degli aspetti che devono essere preparati per tempo. Per questo riteniamo ormai esaurito il tempo, dobbiamo mettere in campo un Patto per il lavoro che veda l’Amministrazione comunale capofila di tutti i portatori di interesse, dalla deputazione locale alle istituzioni, le associazioni datoriali e dei lavoratori, l’Università e il mondo della scuola. Si deve creare un “sistema territorio” che sia il baricentro dell’azione di attrarre e rendere operative le opportunità offerte dal Ponte, senza farsi condizionare dalle ideologie, e lavorare sulla formazione delle professionalità messinesi”.