Il 2023 si è chiuso con un aumento delle entrate tributarie, le casse della Regione hanno guadagnato 1,3 miliardi di euro con un incremento del 10% rispetto al 2022. Sono i numeri evidenziati dal governatore siciliano Renato Schifani, nel corso della conferenza stampa di ieri a Palazzo d’Orleans per illustrare il lavoro di un anno di esecutivo.
Tutti introiti che scaturiscono dall’aumento dell’Irpef, dell’Irpeg, dell’Iva e del bollo auto. Per effetto di questo maggiore gettito si prevede quindi che con il rendiconto al 31 dicembre 2023 il disavanzo della Regione possa ridursi di ulteriori 1,8 miliardi di euro arrivando così a 2,9 miliardi da coprire e riducendo quindi il periodo di ammortamento del disavanzo originariamente previsto.
Un traguardo che si inserisce nell’alveo degli obiettivi del governo Schifani. Il trend lascia presupporre, e a dirlo è lo stesso Schifani, che nel giro di un anno sarà possibile azzerare il disavanzo anche prima dei termini previsti e consentiti dal governo nazionale. La speranza è questa, ma è chiaro che nel corso del nuovo anno la Regione vigilerà sull’andamento dei conti pubblici. Un dato che ha lasciato tutti soddisfatti, numeri che si sono realizzati a fronte di una reale ripresa economica che determinerà un aumento degli investimenti e dei posti di lavoro. Una politica espansiva, ha detto il presidente della Regione, che guarda al mondo delle attività produttive coadiuvate dalle tante agevolazioni talvolta a tasso zero. Tutte iniezioni di liquidità che iniziano a dare una risposta ai siciliani.
Una possibilità di crescita confermata qualche tempo fa, infatti la Cga di Mestre aveva già intravisto questa possibilità di ripresa, confermando che la Sicilia ha segnato un incremento economico pari all’1,12% con un ritmo di produttività superiore a quello di Germania e Francia.
La Sicilia è andata avanti anche rispetto alla programmazione dei fondi Fsr 2014-2020 per evitare che circa un miliardo di euro di queste risorse rimanessero inutilizzate. “Siamo fuori dal tunnel“, ha dichiarato Schifani, un dato che sarà acclarato ufficialmente da Bruxelles prossimamente. Le somme in questione sono state impegnate per realizzare una serie di interventi e di queste somme ci sono 345 milioni per il bonus energia, 110 milioni all’Irfis per le imprese, 80 milioni per il bonus energia alle aziende, per poter fronteggiare i costi imprevisti, 40 milioni per il dissesto idrogeologico, 50 milioni per l’edilizia scolastica.
Il bonus energia rappresenta una delle concause dell’aumento del gettito perché ha consentito all’impresa di essere sostenuta di fronte al sovraccarico dei costi e quindi permettendo maggiori investimenti. In particolare sono stati stanziati 100 milioni a favore delle piccole e medie imprese per la creazione e aggregazione di nuove, di cui 36 milioni per supportare gli investimenti nel campo dell’innovazione, 26 milioni per l’avvio di nuove attività imprenditoriali, 39 milioni per il potenziamento dei siti produttivi.
Adesso si lavora per mantenere i risultati raggiunti, ma non basta. Nuove sfide e riforme attendono la Sicilia.