“È doveroso ricordare, a 45 anni dal brutale omicidio per mano mafiosa, Mario Francese, giornalista del Giornale di Sicilia. Francese ha incarnato la figura del cronista d’inchiesta, alla costante e coraggiosa ricerca della verità. Ha fatto parte di un’epoca del giornalismo che riusciva a dare un contributo, spesso concreto e strategico, anche alle attività investigative di forze dell’ordine e della magistratura nella lotta alla mafia e, per questa ragione, il suo modo di fare ed essere giornalista resta ancora oggi un esempio da seguire”. Lo dichiara il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, in occasione dell’anniversario dell’uccisione del cronista Mario Francese.
Il 26 gennaio 1979 la mafia uccise a Palermo il cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia, ucciso a colpi di pistola mentre stava tornando a casa.
Per il 45esimo anniversario della morte del giornalista, oggi la cerimonia si è tenuta in viale Campania dove scattò l’agguato di Cosa Nostra. Ad organizzarla è stata l’Associazione siciliana della stampa e il suo Gruppo cronisti. A ricordare Francese sono stati, per l’Assostampa, Giuseppe Rizzuto, Tiziana Tavella, Gianluca Caltanissetta e Mario Pintagro oltre a Giulio Francese, anche lui giornalista, che ha ricordato l’impegno professionale e civile del padre, cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia. “Fu il primo – ha sottolineato – a fare i nomi di mafiosi che poi abbiamo imparato tutti a conoscere, come ad esempio Totò Riina”.
L’assessore comunale Pietro Alongi e lo stesso Giulio Francese hanno poi deposto una corona di fiori.
Il prefetto Massimo Mariani ha detto che “i giornalisti hanno sempre pagato un alto prezzo per il solo fatto di fare il proprio mestiere, quello di informare che non fa comodo a certi poteri”.
Hanno partecipato alla cerimonia anche il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia Roberto Gueli, il questore Maurizio Calvino, il direttore del Giornale di Sicilia Marco Romano, e rappresentanti di tutte le Forze dell’ordine e dell’Ufficio scolastico regionale. Presenti anche trenta alunni dell’istituto Einaudi-Pareto.