“La vigilanza armata nelle banche in Sicilia è presente soltanto in un terzo delle filiali, precisamente il 32,6%. Il dato emerge dal report sulle difese anticrimine del settore bancario anno 2023“. E’ quanto afferma Gabriele Urzì dirigente nazionale Fabi e responsabile salute e sicurezza Fabi Palermo.
“Secondo il report – aggiunge il sindacalista – la bussola è presente all’88,2%, il metal detector il 67%, il rilevatore biometrico il 32,6%, la vigilanza il 32,6%, la videosorveglianza il 70,2%, la videoregistrazione il 99,5%, il sistema anti camuffamento il 28,6%, l’allarme antirapina il 89,4%, il sistema di protezione perimetrale attiva-passiva il 79%, il bancone blindato-area blindata ad alta sicurezza il 32,9%, il dispositivo di custodia valori ad apertura ritardata il 86%, il dispositivo di erogazione temporizzata del denaro il 94,6%, la gestione centralizzata dei mezzi forti il 19,3%, il sistema di macchiatura delle banconote il 25,2% e il sistema di tracciabilità delle banconote il 24,1%“.
“È assolutamente opportuno – osserva Urzì – incrementare la vigilanza armata presente soltanto nel circa un terzo delle dipendenze bancarie (32,6%), tenuto conto che circa la metà delle agenzie rientranti nel perimetro del protocollo anticrimine sono caratterizzate da un massimale di filiale superiore a 100.000 euro. E visti i conti economici delle banche credo che investire maggiormente in sicurezza non sia un problema. Il fattore umano fa sempre la differenza, soprattutto quando si parla di sicurezza“.