Il disco rosso di Sala d’Ercole, nella seduta di ieri, si è rivelato un importante banco di prova per la tenuta della maggioranza che al momento del voto (segreto) alla riforma ha preso una direzione inaspettata. Posizioni contrastanti all’interno del centrodestra che hanno mandato in frantumi, almeno per il momento, la possibilità di concretizzare un punto fondamentale del programma elettorale di Renato Schifani, deluso dagli alleati ma comunque intenzionato a portare avanti l’azione di governo.
Il punto è capire cosa accadrà da oggi in avanti. Di fronte ad una maggioranza spaccata all’Ars, come procederanno ora le forze della coalizione?
Alcuni deputati del centrodestra, molto vicini al presidente della Regione, parlano di “incidente di percorso” e c’è chi non crede in una crisi della maggioranza. Forse, l’abbinamento delle elezioni Europee con quelle Provinciali, previste nel mese di giugno, ha pesato sul voto in aula. Ma non solo quelle, troppa carne al fuoco e tutta in una sola volta: la nomina dei manager della sanità, che ha creato malcontento, e la bocciatura della norma “Salva ineleggibili”. E’ evidente che “ci siano stati 12 franchi tiratori”. In tal senso si cerca di capire chi tra i parlamentari di centrodestra ha voluto “affossare” il testo normativo.
Tutti adesso vanno a caccia: “I colpevoli” sarebbero tra le fila di Fratelli d’Italia , ma contrari alla riforma ci sarebbero almeno tre forzisti di peso tra Sicilia occidentale e orientale. Protagonisti in dissenso verrebbero indicati nell’intero Mpa.
Nonostante il primo test sia fallito, ci sono le possibilità di riprendere il ragionamento sulle Province a marzo per procedere con il voto in autunno, ma adesso è probabile che Schifani voglia fare una verifica di maggioranza ai fini di un chiarimento con i partiti alleati e affinché la maggioranza trovi nuovamente unità sui provvedimenti che vanno portati in Aula, escludendo tuttavia qualsiasi azzeramento di giunta e di crisi di governo.
I democristiani escludono le elezioni di secondo livello, quelle per le quali voterebbero solo i sindaci ed i consiglieri comunali, soprattutto se questa proposta arriva da esponenti di maggioranza. Diversa è la presa di posizione espressa dal capogruppo dei meloniani Giorgio Assenza che chiede l’elezione di secondo livello, nonostante tutte le forze di maggioranza hanno sottoscritto qualche mese fa, in maniera compatta, il programma di Schifani.