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Bar Sicilia arriva alla sua puntata numero 180 e ospita il capogruppo del Partito Democratico all’Ars Giuseppe Lupo, con il quale il direttore responsabile de ilSicilia.it Manlio Melluso e il direttore editoriale Maurizio Scaglione hanno chiacchierato di come stanno il Pd e il centrosinistra in vista delle prossime tornate elettorali, delle alleanze, dei nomi corsa per le cariche di Presidente della Regione e di sindaco di Palermo, ma anche della scelta dei deputati regionali da mandare a Roma per l’elezione del Presidente della Repubblica e delle iniziative legislative allo studio dell’Ars.
Si entra subito nel vivo, con una riflessione sullo stato di salute del Pd e del centrosinistra in Sicilia: “Abbiamo avuto buoni risultati alle ultime elezioni amministrative, questo è un dato di fatto, con le vittorie a Caltagirone, a San Cataldo e in tanti altri comuni della regione. Certamente c’è una ripresa delle forze del centrosinistra, dobbiamo continuare a parlare alla gente di programmi, di cose concrete da fare. Indubbiamente, una cosa è parlare di elezioni amministrative, altra cosa è parlare di elezioni regionali. Il Partito Democratico si sta riorganizzando sui territori, sono rinati circoli in molti comuni dove purtroppo negli anni passati non c’erano più“.
Il centrosinistra sembra avere riacquisito appeal nell’elettorato, con i sondaggi che lo danno in crescita, ma deve fare i conti con lo scetticismo con cui i partiti di aerea riformista e moderata guardano all”alleato’ pentastellato, il Movimento 5 Stelle: “Il Centrosinistra ha già vinto le elezioni amministrative e molto si deve al Movimento 5 Stelle: è giusto dire che né a Caltagirone né a San Cataldo avremmo vinto senza il M5S. Io credo molto in questa alleanza e d’altronde all’interno al Movimento 5 Stelle in questi anni molto è cambiato. Mi sembra che adesso la guida di Conte stia ulteriormente caratterizzando il movimento che è sempre più un partito riformista: non a caso ha aperto il dibattito sull’adesione in Europa alla famiglia dei socialisti europei. Quindi io credo che le forze del cambiamento, le forze riformiste tutte del centrosinistra e del MoVimento 5 Stelle, possono condividere programmi e candidati. Mi auguro che questa coalizione si possa allargare ad aree moderate e centriste. L’avversario da battere è la destra antieuropeista, la destra sovranista“.
La tornata elettorale più vicina in Sicilia è quella delle amministrative di Palermo, città in cui si dovrà trovare il successore di Leoluca Orlando, tesserato Pd che nell’ultimo anno ha avuto non pochi grattacapi da affrontare nella gestione della città, dalle bare accatastate agli allagamenti, dalle polemiche sulla viabilità ai rilasci delle carte d’identità a rilento: un imbarazzo o una risorsa per i dem cittadini? Lupo non ha dubbi: “Una risorsa. Rispetto ai mandati che Orlando ha svolto bisogna fare un bilancio complessivo, non possiamo guardare gli ‘ultimi 15 giorni’ in piena pandemia. Purtroppo la gestione amministrativa di questi ultimi mesi è stata caratterizzata dalla tragedia del covid-19. Bisogna dire con chiarezza che comunque la gente non distingue tra Orlando e il centro-sinistra. Nell’immaginario collettivo Orlando è comunque il centro-sinistra, puoi anche non dargli la tessera ma non avrebbe senso. Certamente dobbiamo lavorare insieme per capire quali sono stati, invece, i limiti e trovare le soluzioni. Sarebbe sbagliato non fare autocritica. Dobbiamo capire perché alcune cose non hanno funzionato e trovare le soluzioni per farle funzionare“.
Nel centrosinistra palermitano, intanto, sono state avviate iniziative in vista delle prossime amministrative, anche se nessuno dei nomi che circolano al momento fa capo al Pd. Lupo spiega perché: “E’ una scelta, in questo momento vogliamo parlare dei problemi della città e trovare soluzioni. Abbiamo fatto la festa dell’Unità che è andata molto bene: molti incontri, ascolto dei cittadini, proposte che si stanno mettendo a fuoco, in particolare sui servizi pubblici che oggi sono il problema principale di Palermo. Penso allo smaltimento dei rifiuti, alla vicenda dei cimiteri, alle strade dissestate. Dobbiamo trovare soluzioni concrete nei programmi per proporle ai cittadini e su questo costruire anche una proposta politica. Considero molto positivo che il PD non abbia lanciato dei nomi, rispetto a quello che sta succedendo nel centrodestra mi sembra che il centrosinistra e il Movimento 5 Stelle stiano lavorando molto più per una campagna di confronto con i cittadini per la costruzione del programma. Nessuno pretende di essere il candidato. E poi ricordiamoci che abbiamo sempre la possibilità di indire le elezioni primarie“.
Un altro imminente appuntamento di grande importanza è l’elezione del Presidente della Repubblica che succederà a Sergio Mattarella, in procinto di chiudere il settennato. In quell’occasione l’Ars eleggerà tre ‘grandi elettori’, che voteranno insieme a senatori e deputati e ai delegati delle altre regioni italiane. Sulla scelta dei tre isolani che andranno a Roma si sono susseguite polemiche, con la possibilità paventata di esclusione del delegato che per prassi viene eletto tra le fila dell’opposizione. Polemiche che, però, Lupo smorza: “Non mi risultano queste voci, anche perché ogni deputato può scrivere due preferenze, quindi con voto limitato a due è chiaro che, per il gioco dei numeri, un delegato tocchi all’opposizione. Mi auguro che prevalga lo spirito istituzionale“.
Non può mancare una battuta sulle elezioni regionali: che il Pd ‘rinunci’ a correre con un suo candidato alle amministrative di Palermo per ‘battere cassa’ al momento della scelta di chi si candiderà a succedere a Nello Musumeci alla poltrona di governatore? “Credo che lo stesso discorso fatto per le amministrative valga anche per la Presidenza alla Regione: mi auguro che, insieme, le forze politiche che comporranno la coalizione, innanzitutto centro-sinistra e Movimento 5 Stelle, lavorino alla sottoscrizione di un programma elettorale per questa terra per poi individuare insieme una candidatura per la Presidenza della Regione. Metterei da parte il bilancino, questa candidatura a te, quella a me: questo discorso non funziona. Da questo punto di vista, una garanzia possono essere le elezioni primarie che, se non c’è un’intesa, estendono a tanti cittadini la possibilità di scegliere. Se invece c’è un’intesa larga dei partiti rispetto al candidato alla presidenza della Regione, evidentemente le primarie non servono“.