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A Bar Sicilia il Presidente della Regione Nello Musumeci: “Rimpasto? E’ fisiologico” | VIDEO

domenica 20 Dicembre 2020
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A Bar Sicilia una puntata prenatalizia speciale la numero 136 con il Presidente della Regione Nello Musumeci, che ha ospitato il direttore responsabile de ilSicilia.it e il direttore editoriale Maurizio Scaglione a Palazzo d’Orleans per parlare di coronavirus, politica, economia e tanto altro ancora.

IL CORONAVIRUS IN SICILIA 

Prime battute del governatore dedicate al COVID-19 e a alla tenuta della Regione rispetto all’emergenza sanitaria: “Sono convinto che nessuno avrebbe scommesso un centesimo sulla capacità del Sistema Sanitario siciliano di potere affrontare e reggere un urto così forte – ha affermato Musumeci –, invece ce l’abbiamo fatta, perché il sistema sanitario si è rivelato fatto essenzialmente da persone capaci e animate da buona volontà: il personale sanitario e parasanitario, gli infermieri, i volontari e, se mi consentite, una classe dirigente regionale che ha avviato subito un programma sano, concreto, serio e costruttivo. Attraverso la consulenza con il Comitato tecnico-scientifico e attraverso il lavoro di decine e decine di notti insonni, non solo del presidente ma anche dell’assessore alla Salute Ruggero Razza e di altri responsabili, siamo riusciti ad evitare il peggio. Certo, nessuna regione d’Italia è rimasta immune da difetti. E come si poteva, di fronte a un’esperienza tragica, drammatica, dai contenuti assolutamente imprevedibili?”.

 

IL RECOVERY FUND E IL PONTE SULLO STRETTO

Il Presidente della Regione ha parlato anche del Recovery Fund e dell’impossibilità paventata di non poterlo utilizzarne i fondi per la realizzazione di grandi infrastrutture come il Ponte sullo Stretto di Messina: “Conoscete la mia posizione sulla necessità di un collegamento stabile fra le due sponde – ha esordito sul tema Musumeci – Ho capito che parlare di Ponte significa offrire una sponda a chi a Roma non vuole farlo. A me non interessa che il gatto sia bianco o sia nero, purché prenda i topi. Occorre assicurare un collegamento stabile tra le due sponde, quella della Calabria e quella della Sicilia, per consentire il celere passaggio delle merci e delle persone: poi come deve essere fatto e cosa deve essere fatto è compito dei tecnici stabilirlo, io non ho competenze tecniche per poter dire quale deve essere la soluzione migliore e credo che non ce le abbia neanche Ministro delle Infrastrutture, che deve avvalersi di gruppi di consulenza”. “Il 16 giugno – ha proseguito Musumeci – abbiamo chiesto al Ministro delle Infrastrutture che si costituisca un tavolo e per parlare solo delle strutture strategiche siciliane. Non lo ha riunito, presumo non abbia avuto tempo. Nel frattempo noi abbiamo elaborato un elenco di opere che potrebbero essere realizzate con il recovery Fund e l’abbiamo mandato a Roma, che non ne ha accolto neanche un progetto”.

I RIFIUTI

Una delle tematiche all’ordine del giorno è il trattamento dei rifiuti in Sicilia, argomento al quale non si è sottratto il governatore: “La raccolta e lo smaltimento dei rifiuti è di competenza dei comuni, la Regione esercita dà le strategie ed esercita il controllo – ha voluto precisare Musumeci – Se si fossero realizzati gli impianti negli anni passati e soprattutto se si fossero realizzati gli impianti pubblici, oggi avremmo in Sicilia una tariffa unica e avremmo sufficienti impianti per potere assorbire la spazzatura. Se se si fosse fatta la differenziata noi il vetro, la carta, il legno, il metallo, la plastica li avremmo venduti e sarebbe rimasto soltanto l’umido e il secco. Purtroppo questo non si è fatto, per 30 anni in Sicilia si è privilegiato l’interesse privato a danno del pubblico. Noi riteniamo che sia il momento in cui in Sicilia l’impiantistica pubblica deve poter equilibrare o riequilibrare la soverchiante presenza della impiantistica privata. Per fare questo serve creare gli impianti che possono essere o quelli ordinari, il tmb, oppure il termovalorizzatore: io non ho pregiudizi nei confronti né dell’uno né dell’altro. Si tenga conto che in Sicilia per realizzare un impianto pubblico possono passare anche sei anni, questi sono i tempi vergognosamente paradossali. Sul termovalorizzatore noi abbiamo detto di non avere nessun pregiudizio e non escludiamo di poterlo immaginare per il prossimo futuro“.

LA LIBERAZIONE DEI PESCATORI MAZARESI SEQUESTRATI IN LIBIA

Il governatore ha accolto con grande gioia la liberazione dei pescatori mazaresi che erano stati sequestrati in Libia, ma questo non gli ha impedito di fare alcune valutazioni politiche: “E’ stata veramente una grande festa per la comunità siciliana. Questo è il ragionamento che fa il padre di famiglia con il cuore. Poi c’è il ragionamento che deve fare l’uomo di governo con la ragione – ha detto -., e l’uomo di governo si chiede: ma è mai possibile che ancora oggi una nazione come l’Italia debba trattare con autorità di uno Stato a sovranità limitata e fuori dai canali diplomatici ufficiali? Ecco perché io credo di aver fatto una cosa giusta se due giorni dopo la notizia della liberazione dei pescatori ho scritto al presidente Conte chiedendogli di affrontare in maniera definitiva la vicenda delle acque territoriali nel Mediterraneo. Non è possibile che la nostra marineria siciliana riesca dal porto col pericolo di non poter tornare a casa. Intervenga l’Unione Europea”.

L’IPOTESI DELLA RICANDIDATURA ALLA PRESIDENZA DELLA REGIONE

Stuzzicato sul tema di una ricandidatura alla carica di Presidente della Regione, Musumeci ha risposto: “Se io dovessi vivere l’ansia della prossima campagna elettorale farei malissimo il mio lavoro perché sarei costretto, nella bramosia di raccogliere quanti più consensi, a dire a tutti sì, è questa terra è l’ultima regione d’Italia proprio perché ha avuto una classe dirigente, fatte rare eccezioni, che ha detto sempre sì a tutti. Chi governa non può dire sempre sì, ogni tanto qualche no va detto. Ti fai qualche nemico, ma ne vale la pena se devi rompere col passato, se devi tagliare i rami secchi, se devi togliere il marcio. Ecco perché per me in questo momento il tema non è se mi ricandido o no ma cosa riesco a fare fino all’ultimo giorno di quello che ho promesso. Negli ultimi sei mesi, dopo avere fatto un bilancio di quello che saremo riusciti a realizzare o ad avviare a realizzazione, saremo nelle condizioni di porre il tema della prossima candidatura. Di solito un presidente uscente dovrebbe essere ricandidato se non ha commesso indicibili errori, e io di errori ne ho commessi, ma non credo tanti. Però è un tema che in questo momento non mi sento di affrontare. Lo affronterò con i partiti della coalizione, naturalmente. E anche lì, è normale che ognuno abbia delle legittime aspirazioni, ma ci sediamo attorno a un tavolo e in una settimana chiariamo tutto”.

IL RIMPASTO

Da settimane, anche in virtù dei nuovi assetti all’Ars, si parla di rimpasto in giunta, con Gianfranco Micciché che ha rinfoltito il gruppo azzurro a Sala d’Ercole e punta a posti di peso nell’esecutivo regionale: “Se io mi volto indietro al precedente governo, quello di centro-sinistra, vedo che sono stati sostituiti 47 assessori in 5 anni e mi vergogno. Noi ne abbiamo sostituiti 5 – esordisce Musumeci – E allora si può pensare che possa essere un problema il fatto che dopo 3 anni ci possa essere la necessità di una sostituzione di un assessore che magari si è stancato o che vuole fare altre cose? È pressoché fisiologico e lo stiamo valutando: lo valuto io, lo valutano le forze politiche che con me hanno proposto e deciso la squadra di governo. Ma saranno soltanto degli aggiustamenti, come è normale che accada prima di prendere la volata finale, il traguardo volante si direbbe nel gergo ciclistico. Non c’è nessuna frizione, è tutto nella normalità. Tema serio è adeguare la squadra del governo alle esigenze del momento. Siamo una squadra affiatata siamo un governo fatto di persone perbene e questa è una cosa importante abbiamo tenuto lontano dalla regione la cronaca giudiziaria è la cronaca nera“.

I RISTORI AGLI OPERATORI ECONOMICI

Il Coronavirus ha messo in ginocchio tanti e tanti settori dell’economia in tutto il mondo. In Sicilia le cose non sono andate diversamente, con la necessità, da parte di chi governa, di provvedere alle limitazioni dell’esercizio della libertà d’impresa con ristori economici pubblici: “Nessuno sa quanto durerà questa emergenza dell’epidemia – dice Musumeci – I provvedimenti di sostegno arrivano dall’Europa o a Roma. Da Palermo possono arrivare le briciole perché abbiamo risorse assolutamente limitate. La legge finanziaria 2020 ha destinato alle famiglie e ai comuni diverse centinaia di milioni di euro che noi con difficoltà abbiamo piano piano erogato. La nostra macchina burocratica non era neanche oleata per l’ordinario, immaginiamoci per lo straordinario. Questa è la regione che puoi conoscete, dal ’91 qui non si fa un concorso. E comunque stiamo lavorando, devo dire che c’è anche una parte della della burocrazia regionale che lavora con impegno, qualità e passione, e di questo devo darne atto. Sapete che sono ipercritico da questo punto di vista, ma per fortuna la fascia dei dipendenti che lavorano sta crescendo, vuol dire che siamo riusciti a motivarli. Io ricordo che dopo un mese abbiamo dato 100 milioni di euro a disposizione dei comuni per le famiglie. Roma deve fare la parte che deve fare lo Stato, non ci sono chiaramente paragoni rispetto alla Regione. Se vogliamo che il Covid finisca presto – è il ragionamento di Musumeci –, dobbiamo evitare che la gente si muova, perché il virus cammina con le persone. Se uno Stato chiede a un negozio o a un’attività commerciale di chiudere per evitare che il virus si muova, ha anche il dovere di consentire agli imprenditori e ai dipendenti di potere continuare a mettere un pezzo di pane a tavola“.

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