Carissimi
Diciamolo francamente, chi guida parlando al telefonino è un assassino potenziale che gira per strada mettendo a repentaglio la vita di chiunque ha la disgrazia di trovarsi sulla sua strada, in quello che più volte ho definito come “un attraversamento fatale”, e tutto ciò perché? Per non avere si ha il tempo di fermarsi e completare la propria conversazione?
Credetemi non è una esagerazione, ma sono le statistiche che parlano, non potete immaginare quanti giornalmente ne incontro durante i miei spostamenti in moto. Per non parlare dei campioni dell’idiozia che vanno su una motocicletta parlando al telefonino. Sapete tutti della difficoltà a rimanere in piedi sulle strade groviera della nostra città mentre guidate concentrati con entrambe le mani sul manubrio, immaginate adesso la fatica a farlo con una mano mentre l’altra regge l’aggeggio infernale.
Ditemi quindi se ci non sfidare la sorte, ma ditemi chi vi ha dato certezza dell’immortalità o chi vi da il diritto di consumare qualcuno inconsapevole che ha il solo torto di uscire per strada ed incontrarvi.
Ma io mi chiedo inoltre, quanto tempo passate al telefonino? Vi siete resi conto di quanto tempo al giorno d’oggi si parla al telefonino?
Una volta, quando si usava il telefono di casa o il telefono pubblico a gettone, le telefonate costavano non solo secondo il tempo impiegato ma anche per lo scatto alla risposta, oltre per la distanza …. bei tempi!
I meravigliosi tempi delle interurbane, dei duplex, dei catenaccini al telefono del corridoio, prima che arrivasse Martin Cooper, l’inventore del telefonino, quante morti in meno, prima che Steve Jobs producesse l’IPhone, e anche vero, quanti latitanti di più in giro prima che gli IPhone venissero inventati, quanta libertà per tutti in più senza esser costantemente tracciati, quanti “cabbasisi” nostri dati in pasto al web, quanti dialoghi in famiglia in più, prima che ogni figlio e ogni genitore si sedesse a tavola, ognuno con il proprio telefonino cellulare estraniandosi dal contesto.
Quanta nostalgia per il rumore del rocchetto telefonico nel telefono di bachelite, per quando l’attesa di una telefonata diveniva un evento in una giornata ed il numero di telefono era unico per tutta la famiglia. Bei tempi quelli in cui squillava il telefono e ci si chiedeva per chi potesse essere la chiamata, oppure quelli in cui ci si dava un orario per un appuntamento telefonico, quando si alzava la cornetta, e dopo aver pronunciato “un educato buon giorno o buona sera”, si chiedeva conferma di aver composto il numero giusto e che appartenesse alla casa corretta, ed infine si chiedeva se la persona cercata fosse in casa o meno e in caso di assenza, si lasciava un messaggio da riferire.
Che bei tempi vintage, gli stessi che ti portavano a guidare concentrandosi soltanto sulla strada.
Concetti rivoluzionari oggi per la collettività.
Ognuno esce da casa avendo costantemente il telefonino attaccato all’orecchio, attraversa la strada senza fare caso alle macchine che sopraggiungono, rimane distratto per tutto il tempo della telefonata, ma cosa li spinge a questa dipendenza?
Vi siete resi conto che non state più comunicando ma state soltanto fornendo una serie di informazioni ad un grosso computerone (una serie di computeroni) che registrano tutte queste informazioni per farne uso un domani davanti ad una opportunità?
È questa libertà? Siete liberi di poter telefonare da qualunque posto, non solo dal bagno di casa, (in effetti proprio questo potevate farlo già con il prolungo e con un telefono fisso), ma ai giorni d’oggi dovreste poterlo fare pure da un pizzo di una montagna (non esageriamo) ma a condizione che esista “campo”, quindi che esistano una rete di ripetitori che rimandi il nostro segnale.
Che conquista!
Riusciremo a salvare qualcuno che si perde in montagna ma non potremo salvare un povero disgraziato che un giorno si troverà sulla strada di uno scellerato che tiene lontano una mano del volante mentre sta facendo una curva, al solo fine di tenere un telefonino per continuare un dialogo, quasi certamente banale o rinviabile fin quando non si giunge ad una postazione fissa, con una persona che merita una tale attenzione da togliere la vita ad un malcapitato “attraversatore” della nostra giornata.
Ho vissuto accanto a gente che facendo politica stava costantemente al telefonino come se questo gli desse importanza, come se chi comanda veramente si possa permettere di stare costantemente al telefonino, come se chi comanda ha la necessità di essere sempre reperibile senza filtri.
Continuate così, fatevi del male.