“Mancanza di gestione industriale del settore, utilizzo disomogeneo delle risorse economiche, inadeguatezza degli interventi e incapacità di realizzare infrastrutture efficaci. Questi sono i principali nodi che hanno bloccato il settore idrico in Sicilia, diventando negli anni una zavorra sempre più pesante che ha determinato la situazione di estrema criticità nell’isola. Se la Sicilia oggi rischia di soffrire la sete, è non soltanto per gli effetti dei cambiamenti climatici ma per trentennali scelte sbagliate che hanno prodotto un sistema confuso, frammentato e anacronistico rispetto all’evoluzione del sistema“. E’ quanto affermano i sindacalisti della Femca Cisl Sicilia a Palermo.
All’incontro sono intervenuti il segretario generale della Femca Cisl Sicilia, Stefano Trimboli, il segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio, la segretaria generale della Femca Cisl, Nora Garofalo, gli assessori regionali, Edy Tamajo e Roberto Di Mauro, il professore di scienze economiche dell’Università di Udine, Antonio Massarutto, il segretario generale dell’Autorità di bacino della Sicilia, Leonardo Santoro e Tania Tellini, direttore del settore Acqua di Utilitalia.
“Scontiamo ancora importanti perdite nella rete, la gestione del servizio nell’isola è affidata a soggetti diversi, in alcune province come Caltanissetta, Enna e Siracusa sono privati, in altre come Palermo, Agrigento e Ragusa a partecipazione pubblica, altre in fase di affidamento come a Messina e Catania e in una a Trapani ancora non si conosce il modello che si vuole adottare. Intanto continuiamo a essere sotto infrazione da parte dell’Unione per la mancata depurazione delle acque. Questo il quadro complessivo in cui ci troviamo, con una possibile emergenza idrica alle porte” ha detto il segretario generale della Femca Cisl Sicilia, Stefano Trimboli che ha sottolineato come “siano indispensabili oggi interventi da un lato per affrontare l’attuale situazione di crisi e dall’altro, di medio e lungo termine per il futuro“.