Il Palermo giocherà il primo turno dei playoff al Barbera contro la Sampdoria. Contando soltanto sulle proprie forze, senza sperare nei risultati altrui, i rosanero strappano il sesto posto all’ultimo respiro, nonostante le pressioni dei blucerchiati. Il club di viale del Fante abbatte il muro del Druso e vince di misura contro il Sudtirol. La zampata decisiva di Diakité per il definitivo 0-1, accende così nuovi scenari in vista della seconda fase, che andrà in scena già la prossima settimana.
Privo di Ceccaroni e Gomes, rispettivamente per affaticamento muscolare e gonalgia, Mignani riscrive la retroguardia e il centrocampo. Se Graves è stato rispolverato dal lungo letargo in panchina, in mezzo al campo si opta per soluzioni alternative. Ranocchia è dunque costretto ad arretrare al fianco di Segre, lasciando lo spazio libero per il ritorno da titolare di Di Francesco. Il tecnico non finisce di stupire, trovando anche un nuovo compagno di reparto per Brunori. Né Mancuso né Soleri: dal primo minuto ricompare Insigne, che negli ultimi turni era uscito dai radar.
Le ambizioni e le motivazioni sono differenti, e in campo appare abbastanza evidente. Il Palermo resta in balia delle proprie insicurezze e paure, con un avvio timido, ma comunque in lento crescendo. Opposto l’impatto del Sudtirol. I biancorossi con mente libera, leggera, spensierata e liberi di poter girare le proprie pedine, schiarando alcune seconde linee e regalando l’esordio al giovane portiere, contengono i rosanero senza troppo affanno. Il club di viale del Fante gestisce il palleggio, ma la tensione è palpabile. I tirolesi rinunciano spesso al pressing, ma questo non impedisce ai padroni di casa di rendersi più insidiosi dei rosa nell’area piccola. Ne è l’esempio la chiara occasione tra i piedi di Merkaj, ritrovatosi faccia a faccia con Desplanches, dopo la leggerezza in lettura di Lucioni.
Per trovare il primo tiro in porta del Palermo bisognerà attendere le scintille di Ranocchia. Il classe 2001 non avrà trovato ancora la piena condizione atletica, ma resta l’unico in grado di prendere per mano la squadra e facilitarne la salita. Un’eccezione nel corso di un primo tempo piatto e dalle poche emozioni.
Al ventesimo minuto di gioco Brunori guadagna un’ottima punizione al limite dell’area. Alla battuta Ranocchia inquadra direttamente lo specchio della porta, trovando la risposta di Drago. Dieci minuti più tardi sempre il numero 14 attira l’attenzione con un destro dalla distanza, ma anche il rimbalzo lungo la traiettoria non inganna l’estremo difensore tirolese, attento e bravo a respingere. L’ex Juventus si conferma leader nei calci piazzati e dalla bandierina imbastisce lo schema con Insigne, conclusosi con uno scarso sinistro sul secondo palo smanacciato in corner.
Resta certamente spiazzato chi si aspettava un cambio di passo dell’ex Frosinone, dettato dalla fiducia ripostagli in un momento delicato, se non cruciale in vista dei playoff. Il numero 11 conferma la stagione negativa e non incide, correndo in campo in totale anonimato, caricando di ulteriore lavoro Brunori, chiamato a fare da sponda e combattere tra le maglie tirolesi.
A deludere non è solo l’attaccante napoletano, ma anche l’impatto della squadra al rientro dagli spogliatoi. Il Sudtirol non aggredisce e non morde il campo, ma ciò non basta al Palermo per trovare il coraggio di andare all’arrembaggio.
A far svolare pagine ai siciliani è un episodio. La chiave di volta giunge al sessantaquattresimo da un calcio d’angolo. Dalla bandierina Insigne pesca nella mischia in area Diakité. Lo stop di petto del francese non è tra i più eleganti, ma freddezza e lucidità fanno la differenza e trova la zampata vincente per lo 0-1.
Appena cinque minuti più tardi Brunori sfiora di un soffio il raddoppio. Masiello commette una grave ingenuità lasciando sfilare il pallone, dimenticandosi del bomber italo-brasiliano. La posizione fuori dai pali di Drago ispira il capitano con un pallonetto, ma la conclusione termina alta sopra la traversa. Il numero 9 spreca così l’occasione di gonfiare il proprio bottino a diciotto reti, poco prima di essere sostituito da Soleri.
La paura nel custodire il risultato si ripresenta e la compagine di Valente schiaccia gli ospiti nella propria metà campo. I rosa rialzano la testa. Diakité accarezza la doppietta all’ottantaseiesimo, cercando di replicare l’impresa compiuta, ma questa volta di testa. Questa volta però Drago si esalta, sfoggiando tutti i suoi riflessi. Il Palermo si trascina verso la fine del novantesimo in superiorità numerica, dopo l’intervento falloso di Davi su Graves. Nonostante il brivido sul finale di Casiraghi, Mignani alla fine acciuffa la prima vittoria sulla panchina rosanero.