Centinaia di persone, stamane, a Marsala, hanno risposto all’appello del Parco archeologico di Lilibeo che ha organizzato un “Open Day” per consentire a tutti di vedere da vicino i risultati degli scavi avviati lo scorso 22 febbraio in un tratto del fossato punico, quello alle spalle del castello ex carcere. Si tratta del fossato nella parte più alta della città.
“L’evento – ha spiegato la direttrice del Parco archeologico, Anna Occhipinti – è stato finalizzato a illustrare i nuovi ritrovamenti provenienti dalle attività di scavo e ricerca nell’area del Fossato punico, che sono emersi dopo la bonifica dai rifiuti accumulatisi nel tempo e dalla vegetazione infestante, grazie al progetto di valorizzazione finanziato dal Dipartimento regionale dei Beni culturali”.
I visitatori, suddivisi in gruppi, hanno fatto ingresso all’area archeologica di vico Infermeria, contigua al fossato. Ed è stato l’archeologo Marco Correra e il suo team (Archeofficina), che ha effettuato gli scavi, con la direzione scientifica di Maria Grazia Griffo, archeologa del Parco di Lilibeo, a spiegare ai visitatori le scoperte effettuate in questi mesi.
Alla luce sono venuti pezzi di ceramiche e vasellame (anfore, piatti, etc.) utilizzati nella vita di tutti i giorni e persino un pezzo di biberon per bambini in terracotta. Gli scavi sono stati avviati dopo la preliminare bonifica del fossato da alti arbusti ed erbacce e hanno come obiettivo quello di comprendere e ricostruire le fasi storico-archeologiche di questo tratto del poderoso sistema difensivo della città antica.
Un primo saggio è stato eseguito nell’area adiacente al cosiddetto ‘Ponte di roccia’, costituito da uno sperone rettangolare risparmiato già in età punica (IV sec. a.C.) e aggettante dalla parete nord est del fossato. Un secondo, invece, si sta conducendo nell’area del fossato aperta al pubblico oggi, sottostante il castello normanno-svevo, con l’obiettivo di raggiungere le fondazioni del muro di cinta compreso tra la torre circolare e la torre sud est. Lo scopo è di raggiungere la trincea di fondazione del castello, cercando così una conferma scientifica alla sua datazione, e nello stesso tempo verificare l’eventuale presenza di preesistenze relative a fortificazioni precedenti l’età medievale.
Allo stato attuale dello scavo sono stati raggiunti gli strati relativi alla fase cinquecentesca, periodo nel quale viene costruito l’adiacente bastione di San Giacomo.