“Ricordare oggi Leonardo Sciascia, un monumento della storia italiana ma anche europea, è per me un grande privilegio. Da siciliana rivendico con orgoglio l’Uomo fiero della sua Sicilitudine, “amore e odio” per la nostra Terra, sentimenti affatto contrapposti che solo un siciliano può intimamente comprendere. Da giurista ricordo l’intellettuale puro, la cui vita è intimamente attraversata dai grandi temi della Giustizia; l’uomo libero, capace di parlare di mafia negli anni 60 quando di mafia quasi nessuno parlava ma anche il paladino di quella implosione dell’antimafia, che tuono’ nel gennaio dell’87 contro i suoi professionisti, talvolta sbagliando bersaglio ma riconoscendolo con grande umilta’. Le sue metafore per far comprendere la capacità pervasiva della mafia, la “linea della palma”, quella linea geografica immaginaria oltre la quale le palme non riescono più a crescere e che si riferiva alla capacità della mafia di spostare i suoi interessi economici. Da Politico, nel ricordare la sua passione civile ed il suo impegno dapprima come consigliere a Palermo e poi da deputato nazionale. Uno dei primi a portare in parlamento la questione – quanto mai attuale – dell’insularità e dei suoi costi. Diceva Sciascia l’insularità è un fatto”. Cosi Giusi Bartolozzi (FI) intervendo in Aula nel giorno della commemorazione di Leonardo Sciascia.
“Resta nella Storia del nostro paese, l’anelito alla libertà e la denuncia di contesti che alimentavano una mafia non semplice delitto ma vero e proprio sistema di potere criminale, culturale, politico, affaristico e anche religioso. Noi di quell’anelito oggi ci nutriamo, certi che, come Sciascia narrava, la nostra Sicilia non sia affatto “irredimibile”, e per questo necessiti che si continui a lottare, a pensare e ad agire, come se non lo sia. Ed è per questo che ne raccogliamo il testimone, fortemente convinti dell’esigenza di non sacrificare mai lo stato di diritto ad ogni forma di criminalità”, conclude.