La Sicilia alla prova dei click. Questa è la sfida principale che dovranno affrontare la Regione e le sue falangi sul territorio, ovvero i comuni. Il progressivo svuotamento degli uffici amministrativi e il cambio generazionale fra gli stakeholders, con un incremento sempre più crescente di cittadini ed imprenditori propensi al digitale, pongono l’accento su un argomento come quello dell’accesso ai servizi. Se in piccolo il problema riguarda temi come l’anagrafe o i pagamenti informatici, più in generale l’attenzione si sposta su bandi ed investimenti sull’e-learning e sull’informatizzazione dei processi. Fatto di cui si dovranno occupare aziende come Sispi e Sicilia Digitale.
Sispi e le sfide su servizi ed innovation hub
Partendo dal capoluogo, il comune di Palermo ha affidato la gestione di tutto quello che concerne l’innovazione tecnologica a Sispi. La società presieduta da Giovanna Gaballo è l’unica al momento ad essersi dotata di un nuovo contratto di servizio e di un bilancio 2023 in attivo di circa 300.000 euro. Un’azienda su cui pensano però i rapporti con le altre falangi dell’Amministrazione, come ad esempio il caso nato in Consiglio Comunale sulla gestione del servizio ZTL in compartecipazione con Amat. Il futuro è digitale. E questo lo sa anche l’assessore all’Innovazione Tecnologica Fabrizio Ferrandelli, il quale fa il punto sullo stato di avanzamento dei processi tecnologici a Palazzo delle Aquile. “Palermo si presenta con le carte in regola – dichiara Ferrandelli -. Abbiamo vinto il bando connessioni. Lo presenteremo insieme alla Regione. Creeemo un innovation hub all’interno dello spazio Tre Navate dei Cantieri Culturali della Zisa. E’ una grande novità. Sarà un grande spazio da dedicare al tema. Abbiamo incontrato tutti gli attori coinvolti, in modo da avere una cornice unica. Ciò significa creare una piattaforma orizzontale che garantisca l’accesso uguale a tutti. Stiamo raccogliendo dal resto dell’Italia grandi connessioni, in particolare da Milano“.
C’è poi il tema legato all’accesso ai servizi. Fatto su cui il comune di Palermo ha palesato più di qualche difficoltà negli ultimi anni. Dai ritardi sulle carte d’identità elettroniche ai problemi sullo sviluppo di alcune app, come ad esempio Muoversi a Palermo. Punti sui quali Ferrandelli annuncia novità. “Abbiamo centrato tutte le misure del PNRR. Sono riuscito ad affidare in tempo i 16 milioni di euro per ampliare i servizi digitali del Comune di Palermo. Parliamo dell’app IO, di PagoPa, di dematerializzazione delle pratiche. Fatto che ha coinvolto più di 100.000 documenti e che renderà sicuramente la vita più facile ai nostri concittadini“.
L’inversione di tendenza di Sicilia Digitale
Se Sispi si occupa dei servizi digitali per conto del Comune di Palermo, a livello regionale la competenza è di Sicilia Digitale, società in house al 100% di Palazzo d’Orleans e presieduta oggi da Francesco Cascio. Un’azienda che, grazie alla nuova gestione, ha invertito la tendenza degli scorsi anni, tornando in asse sul piano economico-finanziario e diventando un punto di riferimento per la macchina amministrativa. “Qui lavorano 107 dipendenti di cui 16 assunti nell’ultimo anno tramite concorso o scorrimento di graduatoria – dichiara Francesco Cascio ai microfoni de IlSicilia.it -. Abbiamo messo in bonis la società. Quando mi sono insediato, la società non navigava in buone acque. Aveva una situazione di bilancio che non era delle migliori. Oggi abbiamo chiuso il bilancio 2023 con oltre 200.000 euro di attivo, raddoppiando il numero di commesse e progettando una serie di asset per conto della Regione“.
Fra le competenze di Sicilia Digitale c’è la gestione dei collegamenti con le Pubbliche Amministrazioni, l’accesso ai bandi regionali e la cura dei dati informatici. Fronte sul quale Cascio annuncia aggiornamenti per il futuro. “Abbiamo instaurato una corrispondenza con ACN (Autorià Cybersecurity Nazionali) che ci ha consentito di avere un parere positivo per mantenere e gestire tutti i dati regionali in un nostro data center. Abbiamo investito circa 8 milioni di euro da un capitolo di spesa del 2014. Risorse che ci consentiranno di acquisire tutti gli asset necessari, hardware e software“. Una manovra che ha avuto un requisito fondamentale, ovvero la costituzione di una sede propria per Sicilia Digitale. “Abbiamo messo in campo l’acquisizione del centro tecnico di Sicilia Digitale. Stavamo in un ufficio in cui pagavamo 350.000 euro di affitto. Lo abbiamo acquistato per 1,8 milioni di euro. Fatto che ci permetterà di risparmiare i costi degli affitti, di avere l’immobile fra le voci dell’attivo in bilancio e di incassare somme grazie all’affitto degli uffici all’ARIT. E’ stata un’operazione straordinaria. Ma al di là della valenza economica, ciò ci ha permesso di rispettare il primo requisito chiesto da ACN per gestire il nostro data center regionale“.
La necessità di accentrare l’Innovazione Tecnologica
C’è poi il tema della gestione politica di un tema come l’Innovazione Tecnologica. Se al Comune di Palermo la delega ha una guida accentrata, non si può dire lo stesso alla Regione. Le competenze vengono infatti distribuite per Statuto Regionale e, chiaramente, ai tempi non era stata preventivato un simile settore in conto. Nel passato recente, l’ex assessore al Bilancio Gaetano Armao ha avocato questa competenza negli uffici che oggi sono occupati, ancora per poco, dall’esponente di Forza Italia Marco Falcone. Operativamente però, alcuni assessorati mantengono una loro “indipendenza”. “Non è un problema per noi, ma per l’Amministrazione Regionale – dichiara Francesco Cascio -. Sarebbe ideale avere un accentramento delle attività, ma chiaramente non possiamo obbligare le amministrazioni a farlo. C’è una direttiva interna del presidente Schifani che invita a valutare la possibilità di ricorrere a Sicilia Digitale prima di guardare all’esterno. Ci sono gare vecchie e bisogna aspettare la scadenza di questi appalti, ma un indirizzo in tal senso è stato dato“.
Una situazione che secondo il deputato regionale del PD Mario Giambona costituisce un problema da risolvere. “Manca il coordinamento. Si va a compartimenti stagni. Ci può essere quel link dell’assessorato all’Economia che ti riporta a quello di Irfis. Ma non c’è una vera sinergia fra i vari portali. E’ una cosa che serve, soprattutto per le imprese. I siti internet sono l’unico modo per accedere alle informazioni. E’ impensabile andare presso gli uffici, sia perchè sono sguarniti di personale sia perchè è difficile accedere alle informazione. Abbiamo disegni di legge sull’intelligenza artificiale e sulle tecnologie del futuro. E poi magari non abbiamo la possibilità di accedere a dati essenziali. Ci sono siti che non sono completi. Alcune Partecipate guidati dall’Amministrazione non vengono fornite quotidianamente. Poi bisognerebbe fare un discorso a parte sui canali social. E’ un peccato. Ci sono risorse del PNRR che prevedono la transizione digitale che se non adeguatamente sfruttare non ci fanno fare quel passo in avanti sulle interconnessioni in Sicilia“.