Il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, ha azzerato la giunta comunale avocando a sè tutte le deleghe degli assessori. “A garanzia della coesione e dell’unitarietà dell’azione di governo col preciso obiettivo di perseguire con rafforzata unità il programma politico amministrativo e di rilanciarne la piena operatività” scrive Miccichè nella determinazione sindacale (CLICCA QUI).
La crisi di maggioranza era stata dichiarata a fine giugno, dopo la bocciatura del piano triennale delle opere pubbliche. Alla fine della scorsa settimana poi, è saltata l’approvazione del Pef, il piano economico finanziario del settore rifiuti, che per il 2025 avrebbe previsto per Agrigento un aumento dei costi di mezzo milione. Per ben tre volte, è mancato il numero legale in consiglio comunale. Stamani, senza che nemmeno gli assessori sapessero nulla, la scelta del sindaco Franco Micciché di azzerare la giunta. Alla base ci sono più questioni: da una parte ci sono alleati che contestano al sindaco di non confrontarsi sui temi; dall’altra c’è chi invece tra i partiti di maggioranza chiede un rimpasto finora sempre rinviato.
Un rimaneggiamento delle deleghe di giunta servirebbe a riequilibrare alcune situazioni: concedere ad esempio un altro assessore a Forza Italia in danno ai tre posti concessi a Fratelli d’Italia, ma anche rimodulare qualche delega e salutare qualche componente della squadra dal minor peso politico. I ben informati di palazzo dei Giganti sono convinti che questo stop non è detto che si traduca in un effettivo rimpasto. Di fatto, si è aperto però il dibattito tra le forze di governo.