I depositi bancari di imprese e famiglie siciliane fanno registrare un crollo verticale dopo un biennio di crescita.
E’ il quadro allarmante che esce dal report sul credito prodotto da Assoesercenti Sicilia e i dati 2023 dell’economia regionale pubblicati da Banca d’Italia.
Il report Assoesercenti Sicilia
Fiducia nei titoli di Stato ma crollo dei depositi bancari per imprese e famiglie
Nonostante la fiducia dei siciliani nella solidità dello Stato, testimoniata da un significativo aumento degli investimenti in titoli di Stato, la regione registra un crollo nei depositi bancari di imprese e famiglie dopo un biennio di crescita.
Secondo l’ultimo report sul credito pubblicato da Assoesercenti Sicilia, le famiglie siciliane hanno incrementato i loro investimenti in titoli di Stato del 77,1% rispetto all’anno precedente.
Questo spostamento verso strumenti finanziari più remunerativi è una risposta all’elevata inflazione e ai crescenti tassi di interesse, con il valore complessivo dei titoli a custodia presso le banche aumentato del 27,9%.
Diminuisce la liquidità dei depositi bancari: campanello d’allarme
I depositi bancari di imprese e famiglie siciliane hanno subito una diminuzione dello 0,4% su base annua, segnando un crollo verticale dopo un biennio di crescita.
Particolarmente colpite sono state le famiglie, con una riduzione del 2,9% della liquidità sui loro conti correnti.
Le cause principali di questa flessione sono l’inflazione galoppante e gli effetti a lungo termine del periodo post-Covid.
L’impatto della Digitalizzazione
La digitalizzazione ha trasformato radicalmente il modo in cui i siciliani gestiscono le loro finanze quotidiane. Assoesercenti segnala che l’utilizzo di bonifici online ha raggiunto un sorprendente 92% del totale delle transazioni effettuate dalle famiglie nell’Isola, mostrando una netta preferenza per i metodi di pagamento digitali facilitati dalla crescente diffusione di strumenti tecnologici e dall’adozione di servizi bancari online.
Nonostante il progresso tecnologico nei pagamenti, il 2023 ha visto una battuta d’arresto nei finanziamenti al settore privato non finanziario, con una variazione negativa dello 0,2% a dicembre.
Questa situazione è stata determinata dalla contrazione dei prestiti alle imprese e dal rallentamento dei finanziamenti alle famiglie, influenzati dall’aumento dei tassi di interesse e dalla diminuzione della domanda di credito.
Mutui e costi crescenti “frenano” le famiglie
Nel settore dei mutui per le famiglie si osserva una flessione, riflettendo una crescente prudenza tra le famiglie siciliane preoccupate per l’incertezza economica e i costi crescenti dei finanziamenti.
Questa dinamica sottolinea come il mercato del credito stia influenzando sia le imprese che i bilanci familiari.
La riduzione dei finanziamenti ha colpito duramente tutti i settori principali delle imprese, piccole e medie imprese in particolare.
I prestiti alle aziende hanno subito un decremento dell’1% su base annua, un netto contrasto rispetto all’incremento dello 0,7% registrato nello stesso periodo dell’anno precedente.
Questo calo è stato principalmente attribuito ai tassi di interesse elevati e alla ridotta richiesta di credito da parte delle imprese, una tendenza che si è confermata anche nei primi mesi del 2024.
Riduzione delle banche e degli sportelli
In parallelo, in Sicilia si registra una riduzione delle banche e degli sportelli che erogano servizi finanziari in presenza.
Attualmente, operano solo 41 istituti bancari con propri sportelli, con una riduzione di 56 unità rispetto al 2022.
Questa situazione è parzialmente compensata dalla diffusione dei servizi di home banking, cresciuti fino a 53,7 contratti ogni 100 abitanti.
A commentare il report è stato il presidente di Assoesercenti Sicilia, Salvo Politino, secondo il quale è fondamentale migliorare il clima di fiducia tra banche e imprese per superare le attuali difficoltà e favorire la ripresa degli investimenti.
“Come associazione di categoria non potendo ovviamente intervenire né sulle politiche creditizie delle banche né sui criteri di affidamento e di valutazione del merito creditizio della clientela, dobbiamo agire per rimuovere gli ostacoli e le fragilità strutturali del territorio attraverso interventi diretti, ad esempio, a promuovere la formazione finanziaria degli imprenditori, a favorire l’innovazione, a supportare soprattutto le micro e piccole imprese nei loro rapporti con il sistema bancario, spesso caratterizzati da asimmetria e opacità informativa proprio a causa della bassa dimensione aziendale”, dichiara Politino.
Il report regionale di Banca d’Italia
Le famiglie: frenata su Mutui e Cessione del V, aumenta il credito al consumo
Secondo il rapporto di Banca d’Italia, sulla economia regionale siciliana emerge che nel 2023 i prestiti di banche e società finanziarie alle famiglie consumatrici siciliane hanno fortemente rallentato: a dicembre il tasso di variazione sui dodici mesi è sceso all’1,5 per cento (era +4,1 a fine 2022).
La decelerazione è riconducibile in prevalenza alla componente rappresentata dai mutui. Nel 2023 il flusso di nuovi mutui è diminuito a poco più di 1,5 miliardi di euro, un valore inferiore di oltre un quinto rispetto all’anno precedente.
L’importo medio dei mutui è diminuito e ha proseguito anche nei primi mesi del 2024.
Stime condotte utilizzando le informazioni della Centrale dei rischi indicano per il 2023 una crescita degli episodi di sospensione (o di ritardo) del pagamento delle rate dei mutui. l’ammontare di quelli che alla fine dell’anno si trovavano in tale situazione è salita al 3,1 per cento del totale (dall’1,2 % di fine 2022), un dato più elevato di mezzo punto percentuale rispetto alla media nazionale e superiore a quello del 2019.
Segnali di difficoltà nel rimborso emergono anche dal maggiore ricorso da parte delle famiglie al Fondo di solidarietà per la sospensione dei mutui per l’acquisto della prima casa (“Fondo Gasparrini”).
Per mitigare gli effetti dell’aumento dei tassi di interesse sulla spesa delle famiglie, la Regione Siciliana ha introdotto un’agevolazione, destinata ai cittadini italiani residenti in Sicilia e con un ISEE inferiore a 30.000 euro, pari al 50 per cento della quota interessi delle rate pagate nel biennio 2022-23 sui mutui a tasso variabile per l’acquisto dell’abitazione principale in Sicilia, fino a un massimo di 1.500 euro per annualità.
Sono stati erogati circa 30.000 contributi per un ammontare complessivo di quasi 48 milioni di euro.
Il credito al consumo ha continuato invece a fornire un contributo positivo, e la crescita è dovuta maggiormente all’aumento del numero di nuove persone che si indebitano (ovvero dei prenditori) o da persone che accendono altri finanziamenti (che rappresentano il 60% dei nuovi contratti -valore lievemente superiore alla media nazionale).
I tickets medi sono Euro 5.000 per i contratti di credito al consumo e Euro 15.000 per la Cessione del V.
In base a valutazioni, la clientela siciliana nel 2023 risultava più rischiosa rispetto alla media nazionale: quasi i due quinti dei nuovi contratti erano stati stipulati da soggetti appartenenti alla classe a maggior rischio (poco più di un quarto in Italia), un’incidenza più elevata di quella media dei contratti in essere (circa il 30 per cento).
Nel 2023 la capacità di rimborso dei prestiti al consumo è lievemente peggiorata: a dicembre il 2,8 per cento delle posizioni che erano in regola con i pagamenti all’inizio dell’anno presentava ritardi nei rimborsi (2,6 alla fine del 2022), un dato superiore di quasi mezzo punto rispetto a quello medio nazionale.
Per poco meno della metà delle posizioni i ritardi erano di grave entità2, un valore in linea con quello dell’anno precedente.
Tra i prestiti finalizzati, si è rafforzata l’espansione di quelli destinati all’acquisto di autoveicoli, per la ripresa delle immatricolazioni, mentre si registra un calo nella Cessione del V.
La situazione delle imprese
Il valore aggiunto si è ridotto nell’agricoltura e nell’industria, ha rallentato nelle costruzioni e nei servizi. La
produzione del settore primario ha risentito delle anomalie climatiche che hanno caratterizzato il 2023.
Nell’industria il perdurare di una congiuntura debole e l’elevato costo del credito hanno frenato gli investimenti delle imprese siciliane; si è intensificata l’espansione della capacità produttiva di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Le esportazioni sono diminuite sia per i prodotti petroliferi sia per il complesso degli altri comparti. Pur in decelerazione, l’attività si è mantenuta su livelli elevati nell’edilizia, beneficiando ancora dello stimolo derivante dagli incentivi fiscali oltre che della domanda proveniente dall’operatore pubblico.
L’indebolimento dei consumi si è riflesso sull’andamento dei servizi privati non finanziari, la cui dinamica è stata però sostenuta dai risultati positivi del turismo e dei trasporti aerei e marittimi.
Nonostante il rallentamento ciclico e l’aumento del costo del credito, una quota elevata di imprese ha conseguito risultati reddituali positivi; ciò ha sostenuto l’accumulazione delle disponibilità liquide, che hanno raggiunto un picco storico alla fine del 2023.
I finanziamenti al settore produttivo sono risultati in calo, risentendo della riduzione della domanda, in un contesto di maggiore cautela delle politiche di offerta delle banche.
Fonte Dati: Report economia regionale Sicilia 2024