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Il colloquio

Manovra ter e rimpasto, Assenza: “Si sfiorano i duecento milioni. Servono tempi brevi per l’assessore all’Agricoltura”

mercoledì 24 Luglio 2024

All’Ars le forze politiche troveranno certamente dei punti di sintesi sulla manovra ter del governo Schifani che a breve approderà al vaglio di Sala d’Ercole. Un percorso che va necessariamente condiviso e che si adegui alle istanze di tutti, purché si migliori la qualità degli interventi sul territorio. Le somme messe a disposizione dalle variazioni di bilancio non sono poche e, alla luce delle emergenze e delle necessità degli enti locali, i primi 150 milioni di euro potrebbero arrivare a 200.

Soddisfatto il capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars Giorgio Assenza.

“La prossima settimana dovremmo approvare questa ulteriore manovra per andare incontro alle esigenze particolari che vive la Sicilia, di siccità, dei comuni in dissesto e predissesto. Una serie di misure tampone insieme ad altre opere che vanno realizzate in alcuni territori. La variazione di bilancio è abbastanza sostanziosa e credo che su questo la maggioranza e parte dell’opposizione siano convinte della necessità di questo intervento. È stato nominato l’assessore al Bilancio, il professore Dagnino, persona competente preparata, e quindi il quadro è chiaro”.

L’equilibrio dei conti della Regione non è in discussione e le misure adottate dall’esecutivo per abbattere il disavanzo e rimettere la Sicilia in regola hanno dato buoni frutti, permettendo alle casse pubbliche di incamerare risorse fresche. Gli interventi finanziari della manovra ter saranno coperti con l’utilizzo di fondi regionali che si sono resi disponibili a seguito di accertamenti di maggiori introiti fiscali che prima non erano imponibili. Nuove risorse dunque “che vanno impiegate per le necessità. Sono entrare certe e certificate e non ci saranno problemi di sorta”.

Il consenso della maggioranza sulla manovra ter è complessivamente univoco, anche se “qualche problema si è verificato nei vari assessorati che avevano chiesto un rimpinguamento dei propri capitoli di spesa”, tuttavia, spiega il deputato regionale, il presidente della Regione Renato Schifani ha fatto presente che in questo momento non è opportuno procedere in tal senso “guardingo nel mantenere i conti a posto, e credo sia corretto. Non escludo che qualche rimpinguamento in determinati assessorati possa essere fatto. Ma sulla manovra complessiva non ci sono distingui tra le forze politiche”.

Il rimpasto in giunta non è una questione meno meno importante. La delega all’Economia è stata garantita tempestivamente con la nomina di Alessandro Dagnino, necessaria in vista della gestione della manovra. Tuttavia, il quadro non è del tutto completo e comunque gli equilibri di governo dopo il voto per le Europee non cambierebbero. Un reset è ipotizzato prima della pausa estiva, dato che c’è ancora una casella da coprire.

Indifferibile – dice Assenza – anche la nomina all’agricoltura in un momento in cui il comparto soffre e quindi bisogna dare un nome al più presto, cosa che doveva avvenire molto prima. Sul rimpasto si vedrà, ma su agricoltura e pesca la guida va tracciata prima delle ferie. Sulle altre caselle non so fino a che punto si interverrà, il presidente Schifani ha il polso della situazione e conosce l’operato di tutti i suoi assessori. E – aggiunge il presidente del gruppo parlamentare dei meloniani – c’è qualche opportunità politica su un eventuale cambio di deleghe a seguito anche dei risultati delle elezioni di Bruxelles, ma si vedrà su nomi e tempi”.

Il 31 luglio approderà in aula una parte limitata di modifica alla legge sulle Province che riguarda l’indizione delle elezioni di secondo grado, dato che a livello nazionale vige ancora la legge Delrio. Questa norma, se approvata, prevede la data del 15 dicembre. I ritardi riferiti alla reintroduzione degli enti sono dovuti ad un problema di accavallamento di provvedimenti di rango costituzionale come quelli relativi all’autonomia differenziata e al premierato. “La modifica della Delrio comporta una modifica in termini non solo formali, ma anche economici e richiede una maggioranza particolare. Ma credo che il tema del ripristino della volontà popolare sia al centro dell’attività del governo Meloni. Penso che nel 2025 sarà abolita per consentire il voto diretto anche per le Province siciliane”.

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