Il no al Ponte del sindaco di Messina Federico Basile è scritto nero su bianco sulla relazione del secondo anno di mandato che attesta in modo ufficiale un cambiamento rispetto al programma elettorale del 2022 (che prevedeva il sì all’opera) ed il sì, ma della relazione annuale del 2023.
Il no al Ponte di Salvini propugnato da Cateno De Luca (che da sindaco di Messina era favorevole ma da leader di ScN adesso ha cambiato idea) è ribadito da Basile che ne spiega le motivazioni e si impegna a far valere in tutte le sedi istituzionali la richiesta di un ruolo attivo nel Cda della società Stretto di Messina o posizione analoga.
Messina non deve subire l’opera ma essere protagonista di ciò che accadrà. In sintesi la posizione di Basile è: prima Messina, prima viene la città ed io la difenderò in tutte le sedi. “Dobbiamo essere padroni del nostro destino ma finora nulla è dato sapere su scelte strategiche importantissime per il nostro territorio. Da sindaco ho il dovere di far ascoltare la voce dei messinesi”.
Basile evidenzia i rischi di una riprogettazione della città con un’opera totalmente invasiva soprattutto nella fase dei cantieri. Nella relazione dei due anni di mandato il sindaco indica poi i punti critici della questione. Al primo posto ci sono i dubbi e le perplessità sui tempi di progettazione e realizzazione. L’attuale indeterminatezza rischia di bloccare la città per decenni. Ci sono poi i timori degli espropriandi e di quanti sono coinvolti nelle procedure di esproprio e di asservimento. C’è poi il capitolo delle opere a terra per le quali il sindaco ribadisce l’assoluta necessità di coinvolgimento e di pianificazione di ogni singola fase e di ogni singolo cantiere. Spetta inoltre alla città decidere le cosiddette opere compensative (nei decenni scorsi è stato stilato un elenco ma dovrà essere necessariamente rivisto e integrato).
La tutela del territorio e le valutazioni sull’impatto ambientale costituiscono una priorità. Su questi punti il primo cittadino chiede di sapere “come verranno fatte le verifiche di ottemperanza alla prescrizioni se non ci sarà un unico progetto ma tanti progetti per ogni cantiere; chi li seguirà e con che strutture? Su questo la città di Messina, non può avere alcun preconcetto ma vuole, e dovrà, essere attore principe nella scelta delle opere mitigatrici e di quelle compensatrici, delle fasi di cantieristica e di tutti quegli aspetti che riguardano il proprio territorio”.
A nome della città il sindaco chiede una cabina di regia per il monitoraggio costante, e per valutare tutti gli aspetti che riguardano l’impatto sul territorio. Basile guarda non solo all’impatto sulle aree dei cantieri, ma complessivo sulla città. Anche sul fronte occupazionale e delle ricadute sull’indotto economico Messina non può essere una “comparsa” ma protagonista.
La conclusione è netta: Messina deve avere un ruolo nella governance, anche come uditore del Cda, purché sia espressione della voce della città in modo da essere parte attiva sin da adesso in ogni fase a venire. Federico Basile quindi, così come gli ex sindaci Renato Accorinti e Francantonio Genovese dice no al Ponte e motiva passo per passo la posizione dichiarandosi pronto a far valere questa esigenza in ogni sede istituzionale.