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Il ricorso al Tar

Braccio di ferro sul super telescopio Fly Eye in Sicilia: presidio degli ambientalisti nel sito di monte Mufara

venerdì 6 Settembre 2024

Il Tar deciderà il 24 settembre, ma il braccio di ferro sulla costruzione di un osservatorio astronomico nelle Madonie con il super telescopio Fly Eye continua. Oggi alcune sigle ambientaliste, che con il loro ricorso hanno ottenuto lo stop ai lavori in via sospensiva, hanno tenuto un presidio alle pendici di monte Mufara, il sito scelto dall’Agenzia spaziale europea per la costruzione dell’osservatorio, progettato come presidio di un sistema di difesa planetaria dal rischio di impatti di asteroidi e comete.

Da qui il presidente di Legambiente Sicilia, Tommaso Castronovo, ha lanciato un messaggio che sembra essere una replica al ministro Adolfo Urso, che a Palermo aveva sottolineato l’importanza dell’opera, alla quale “non si può rinunciare”, e aveva assicurato che il procedimento e le autorizzazioni sarebbero in linea con le norme di tutela ambientale. “Neanche noi siamo contrari al telescopio e alle sue finalità scientifiche, ma chiediamo che le opere previste non abbiano un impatto importante. Cerchiamo insieme soluzioni alternative“, ha detto Castronovo. Il progetto dell’Esa (12 milioni la spesa) suscita da tempo discussioni e polemiche. Il sito di monte Mufara è a quota 1.865 metri. Le agenzie astronomiche lo considerano il più indicato per l’assenza di inquinamento luminoso e per la vicinanza con il polo astronomico Gal Hassin di Isnello.

Siamo nel cuore della Sicilia e in un’area del Parco delle Madonie soggetta a tutela integrale oltre a vari vincoli paesaggistici e ambientali. Proprio questi vincoli sono la causa dell’opposizione degli ambientalisti che da tempo sono schierati contro il progetto originario. Più volte sono intervenuti la Regione, il Tar e la stessa sovrintendenza con decisioni che hanno rallentato il procedimento autorizzativo. L’Esa ha mantenuto la sua scelta, anche rispetto alla possibilità di trasferire alle Azzorre l’osservatorio e il telescopio. L’impianto ha un’alta tecnologia. Il telescopio Fly Eye, osserva Pino Mogavero presidente del polo Gal Hassin di Isnello, è uno strumento innovativo in grado di coprire un vasto campo visivo. Le opere progettate, secondo Mogavero, non rientrano nel campo d’applicazione del divieto. Un decreto legislativo del governo ha previsto infatti una deroga per le opere di “rilevanza strategica”. Ma per gli ambientalisti mancano alcune autorizzazioni. La norma in deroga non sarebbe inoltre retroattiva e presenterebbe profili di incostituzionalità. È la tesi di fondo del loro ricorso.

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