Cateno De Luca avvia una nuova fase e adesso il leader di Sud chiama Nord sta provando a capire se ma soprattutto dove ci saranno i margini per un patto di coalizione, con il centrodestra o magari ancora con il centrosinistra, stavolta con la prospettiva non più di fare il candidato alla presidenza della Regione ma con la prospettiva di “fare il numero due di una coalizione governo”.
De Luca ha già chiarito in premessa che in questa legislatura rimarrà all’Ars all’opposizione e le sue parole di apertura al centrodestra si riferiscono al futuro ma la sterzata verso una nuova stagione politica sta comunque accendendo non pochi fermenti nel dibattito politico regionale e nazionale. Da una parte, insomma, De Luca attacca il centrosinistra, lo silura e lo provoca ma aspetta di capire se ci saranno ancora i margini per una riapertura del dialogo, dall’altra apre al centrodestra senza rinunciare alla sua “guerra” con il governo Schifani. Ed è soprattutto a Roma che De Luca coltiva l’aspettativa di trovare sponde e convergenze in quell’area politica che era stata in passato la “casa” del parlamentare di Fiumedinisi.
E allora bisognerà vedere cosa farà De Luca in un panorama politico pieno di fattori complicati da affrontare. De Luca ha escluso un ritorno al passato e ha fatto sapere che non intende ricandidarsi a sindaco di Messina: “Non è la mia intenzione. Sarebbe un passo indietro, non per Messina ma rispetto al percorso e alla progressione che ho fatto nella mia carriera politica. Oggi l’unico ruolo che mi manca è quello di amministrare la Sicilia”. Altrettanto difficile e molto improbabile anche la prospettiva di una ricandidatura a Taormina.
Il leader di SnN si è reso disponibile a fare “un passo indietro o di lato” sull’obiettivo di fare il presidente della Regione e di “essere disposto a fare il vicepresidente, ma comunque vada “non ci sarà più una corsa solitaria”. De Luca ha metabolizzato che nello scacchiere politico non c’è spazio per proseguire la strategia della corsa da solo contro tutti gli altri. La stagione dell’uno contro tutti va in archivio, De Luca l’ha messa da parte e non ha fatto giri di parole nell’evidenziare che si è trattato di “un dispendio importante in termini di energie e di risorse, sia sul piano economico ed anche fisico”: “Ho rischiato la vita, quindi basta con l’andare da soli”.
Il sindaco di Taormina ha avuto toni duri contro il centrosinistra ed è andato allo scontro, in particolare, con Nuccio Di Paola (M5S) e a questo punto vuole capire se le forze di opposizione, Pd e 5 Stelle, torneranno sui loro passi o se confermeranno una sostanziale chiusura rispetto a De Luca e alla road map da lui proposta. De Luca, in particolare, vorrebbe delle primarie di coalizione e ha detto che “non si può pensare di farle poi sei mesi prima delle elezioni ma bisogna prepararsi un anno prima, fare la coalizione ed il programma”. Tempi e piani che non sembrano coincidere con le idee di un centrosinistra che sembra guardare ad altre strategie e soprattutto non accetta il diktat di De Luca (“…non possono decidere le segreterie romane…”). “Quello che è accaduto nel 2022 non ha insegnato nulla alla sinistra – sostiene De Luca -. In quella circostanza le primarie in Sicilia erano state fatte e venne individuato un candidato di coalizione, in quel caso scelto nella persona di Caterina Chinnici, ma poi Giuseppe Conte decise di rompere quel patto perché i sondaggi dicevano che il M5S avrebbe preso più voti se fosse andato da solo. Non ho intenzione di trovarmi in una situazione del genere”, avverte De Luca.
Il Pd punta ad esprimere un nome del proprio partito per il futuro candidato del centrosinistra alla presidenza e i 5 Stelle la pensano in modo analogo, tenendo ovviamente anche conto dei rapporti “turbolenti” che ad ora permangono a Roma tra le rispettive segreterie romane e che potrebbero riflettersi sull’alleanza in Sicilia, che al momento tiene e continua. De Luca ha sfidato anche il grillino Di Paola, che a sua volta lo ha invitato a fare il suo vice.
De Luca non ha chiuso la porta in via definitiva ma le percentuali di un’alleanza con il centrosinistra sono crollate, a maggior ragione sull’onda delle bordate lanciate dal parlamentare di Fiumedinisi che ha bollato le forze di opposizione come partiti con espressioni molto dure: “Hanno la vocazione politica al suicidio assistito” e a “voler fare opposizione di professione”, mentre “bisogna candidarsi per governare e dare risposte ai cittadini, essere incisivi e affrontare i problemi”.
E allora il sindaco di Taormina va sempre di più verso il centrodestra, non a caso ha tracciato la rotta per il nuovo percorso, indicando il primo passo da fare, a Roma: “Abbiamo dato mandato al nostro presidente Laura Castelli e al nostro parlamentare Francesco Gallo, di avviare interlocuzioni che consentano a Sud chiama Nord di uscire dall’isolamento politico“.
L’obiettivo è quello di conquistare uno spazio nel centrodestra, sapendo che a Palermo e Roma le situazioni sono comunque diverse. All’Ars e rispetto al governo regionale in carica Sud chiama Nord vuole rimanere all’opposizione da qui al completamento della legislatura e vorrebbe la costruzione di un nuovo centrodestra. Nella capitale le trattative potrebbe prendere una direzione più immediata. I rumors sui contatti avuti da De Luca a Roma si intensificano e in questi giorni, tra i vari incontri veri o presunti, si parla con una certa insistenza di un dialogo che sarebbe stato aperto tra il sindaco di Taormina e Fratelli d’Italia, che guarda con attenzione ad altre forze politiche per allargare il perimetro della coalizione verso il centro, anche attraverso quei movimenti di un’ampia galassia sinora rimasta fuori dai due principali poli. Ed è lì che potrebbero esserci le condizioni per valutare un ingresso di Sud chiama Nord nel contesto della cosiddetta “quarta gamba” che il premier Giorgia Meloni vorrebbe dare al centrodestra per rafforzarlo.
Le prossime settimane saranno già indicative per capire se si riaprirà un dialogo con i partiti del centrosinistra o se invece il leader di Sud chiama Nord riuscirà ad aprirsi un varco nel centrodestra, dove sembra concentrarsi la maggiore attenzione e convinzione da parte del primo cittadino di Taormina.
La nuova road map deluchiana è tracciata e il verdetto sull’alleanza, in una direzione o nell’altra, maturerà da qui ad un anno: la linea politica di Sud chiama Nord si deciderà entro la fine del 2025. “Ma non la deciderò io, la decideremo tutti insieme – tuona De Luca, lanciando l’appuntamento congressuale cruciale per il movimento -. La linea la decideranno tutti coloro che ci stanno mettendo la faccia per Sud chiama Nord con il loro impegno costante, anche in questo momento. Saranno i nostri soci a dire quale percorso si dovrà intraprendere. Di certo c’è, e lo ribadisco, che la fase della corsa solitaria è chiusa”.