Sono oltre 75 mila le donne imprenditrici e lavoratrici autonome, secondo i dati Eurostat, che guidano un’armata di 115 mila aziende: di queste 11.500 sono artigiane. Sono i numeri dell’imprenditoria femminile in Sicilia, dati che pongono l’Isola tra le prime 30 regioni in Europa per numero di imprenditrici e lavoratrici autonome e che ci mostrano un quadro di gran lunga positivo. Dall’altra parte abbiamo i giovani anche e soprattutto senza disponibilità finanziaria che si approcciano al mondo del lavoro.
Tra le varie iniziative a sostegno delle imprese agricole, quelle riguardanti gli investimenti, i contratti regionali, i fondi per le persone con disabilità gravissima, i contributi per abbattere il caro-voli e in favore del co-marketing per gli aeroporti minori, la “manovrina” da trecentocinquanta milioni, annunciata al termine della scorsa settimana dal presidente della Regione Renato Schifani, ha inserito dei finanziamenti per sostenere l’imprenditorialità giovanile e femminile. Si tratta di una spesa di 3 milioni e mezzo per le risorse provenienti dallo strumento Jeremie.
Nella lunga lista dei trentasette articoli contenuti all’interno del ddl, una particolare attenzione è rivolta a coloro che si fanno sempre più spazio nell’imprenditoria, giovani e donne.
Promosso dalla Regione Siciliana e dal FEI (Fondo europeo per gli investimenti), è uno strumento finalizzato a favorire lo sviluppo e l’espansione aziendale del sistema delle PMI siciliane, mediante l’integrazione tra
risorse pubbliche e fondi messi a disposizione dal sistema bancario.
Con l’acronimo di “Joint European Resources for Micro to Medium Enterprises” (Jeremie) si riferisce all’iniziativa che era stata prevista dalla Commissione Europea nell’ambito della programmazione 2007- 2013, per facilitare l’accesso alle risorse da parte delle micro e piccole-medie imprese.
Un sostegno a industria, artigianato, commercio e servizi con particolare riguardo alle imprese operanti nel settore sociale e che svolgono attività in vari ambiti, servizi alla persona, gestione servizi di interesse pubblico, l‘agro-alimentare, il risparmio energetico e le energie rinnovabili, turismo sostenibile, artigianato, produzioni culturali, le tecnologie informatiche.
“La manovra incardinata all’Ars contiene macro interventi, ma grazie a questo emendamento dà una risposta concreta al fabbisogno finanziario per investimenti e per capitale circolante utile a tante donne e tanti giovani siciliani per fare impresa della nostra Isola”, afferma Marianna Caronia, capogruppo della Lega all’Assemblea regionale siciliana.
Il tutto frutto di un emendamento approvato in Commissione Bilancio che destina ulteriori fondi per il finanziamento di imprese giovanili, imprese femminili e start-up. “Vecchi fondi comunitari che vengono utilizzati per rimpolpare gli investimenti, affidati ad Irfis per finanziare il credito e dare dei prestiti agevolati alle nuove aziende. Nella scorsa finestra finanziaria abbiamo messo all’interno dei 50 milioni per le imprese, 5 milioni che erano destinati a queste categorie“.
Misure agevolate che riguardano il mancato pagamento degli interessi e il pagamento dell’ammortamento a partire dai due anni successivi all’inizio dell’attività, “tre milioni e mezzo che vanno a incrementare quel plafond dell’imprenditoria dando spazio e opportunità ai giovani e donne che non hanno credito in banca, sarà la Regione che farà da garante”.
Favorire l’accesso al credito per le piccole, medie e micro imprese che perseguono programmi di inclusione sociale, per favorire gli investimenti, lo sviluppo di nuove imprese o di rami di d’impresa, nonché il consolidamento delle imprese esistenti al fine di mantenere ed incrementare il livello di occupazione, con particolare attenzione alle fasce deboli della popolazione
I vantaggi promossi di questo nuovo strumento sono molteplici. Prima di tutto la sostenibilità, in quanto gli strumenti di ingegneria finanziaria fanno riferimento alla fornitura di assistenza rimborsabile dai fondi strutturali a investimenti che devono generare rendimenti per ripagare coloro che hanno investito. È un’opzione sostenibile che si contraddistingue in maniera netta rispetto alla tradizionale assistenza tramite i fondi.
Uno strumento flessibile che riguarda non solo le strutture, ma anche nell’utilizzo di fondi che possono essere erogati in forma di titoli di debito o azioni, in base alle varie esigenze. E ancora la competenza perché consente alle autorità di gestire i fondi strutturali e di beneficiare della competenza del settore privato e bancario.