L’interesse del Governo italiano per la rete satellitare di Elon Musk non è un mistero tuttavia nelle pieghe della recente inchiesta della procura di Roma e le indagini della Guardia di Finanza sugli appalti dei ministeri di Interno e Difesa, che hanno portato all’arresto del dg di Sogei, Paolino Iorio e ha coinvolto un ufficiale della Marina Militare, è emerso chiaramente che non si tratta di un banale interesse ma di una strategia chiara che ha come obiettivo quello di utilizzare Starlink per le comunicazioni sicure delle nostre forze della Difesa, della Farnesina e dell’intelligence e per dotare di connessione internet veloce le aree più remote del Paese, tra cui la Sicilia.
Sullo sfondo un problema non da poco: collegarsi alla rete da casa o dall’ufficio di un paesino dell’entroterra siciliano allo stesso ritmo di Roma o Milano resta un miraggio anche perché il piano Italia a 1 giga, uno dei progetti cardine per la digitalizzazione finanziato con 3,65 miliardi di fondi del Pnrr, segna un livello di completamento dei lavori del 29%. Un dato preoccupante se si pensa che il piano deve essere completato entro giugno 2026.
Nei giorni scorsi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione tecnologica Alessio Butti impegnato sul lago di Como per la ministeriale G7 su Tecnologia e Digitale e il ComoLake, la conferenza internazionale sulla transizione digitale ha ammesso i ritardi di Open Fiber e Fibercop, la società della rete nata dallo scorporo di Tim.: «Visti i ritardi degli operatori, il Governo sta esplorando opzioni che possano contribuire a garantire connettività nell’immediato». Ed è in questo contesto che si inserisce Starlink come rivela lo stesso Sottosegretario: «Con riferimento alle aree più remote, stiamo valutando con Starlink e altri operatori l’integrazione della tecnologia satellitare come complemento alle infrastrutture esistenti. Nel caso specifico di Starlink, sono in corso delle interlocuzioni con alcune Regioni italiane – del Nord, del Centro e del Sud – per sperimentare la fornitura di un “servizio space-based” rivolto ad aree remote o prive di infrastrutture terrestri».
Tra queste regioni che potrebbero sperimentare i servizi satellitari di Musk ci sarebbe proprio la Sicilia. Ma perché la scelta del Governo sarebbe caduta proprio su Starlink? Al netto del gossip sui rapporti tra Meloni e Musk, è innegabile che la rete di satelliti di Musk rappresenta una straordinaria opportunità per un Paese che, come l’Italia, ha una conformazione morfologica che rende difficile la costruzione delle infrastrutture fisiche richieste dalla fibra. La società di Musk, in questo senso, garantirebbe un servizio economico, rapido e senza il ricorso ad interventi invasivi sul territorio.
Nonostante il grande interesse del Governo la strada per Starlink non è tutta in discesa. Una prima difficoltà è data dal decreto Omnibus, approvato poche settimane fa proprio dal governo Meloni. In particolare i due emendamenti anti-pirateria del calcio in tv che prevedono, tra le altre cose, un anno di carcere per i «prestatori di servizi di accesso alla rete» che omettano di segnalare le trasmissioni pirata. E tra quei prestatori è coinvolta anche Starlink. L’irrigidimento della misura potrebbe, dunque, rallentare l’ingresso deciso di Musk in Italia.
Non vanno poi dimenticate le tensioni tra Tim e Starlink. Lo scorso la società di Musk aveva denunciato al Ministero delle Imprese e all’Agcom il mancato rispetto da parte dell’operatore telefonico delle norme sulla condivisioni dei dati dello spettro, informazioni vitali per evitare le interferenze di frequenza e garantire un migliore servizio. Tim aveva ovviamente negato tutto e dalle parti del Governo l’attacco non era piaciuto molto.
C’è poi un problema tecnico che riguarda la capacità di download. Starlink garantisce nella sua offerta standard una velocità di download di 130-250 megabit al secondo (Mbps). E di recente ha lanciato una proposta più conveniente, che dimezza il prezzo dell’abbonamento in cambio di una velocità tra 50 e 100 Mbps. Mentre il bando per il piano Italia a 1 Giga, come dice il nome, richiede una velocità di download a 1 giga. O almeno di 300 mega, nei momenti di maggior picco di traffico.
Al netto delle complicazioni l’aiuto di Starlink per connettere le cosiddette aree bianche sembra irrinunciabile e così pare che l’accordo con Musk possa essere “a termine” ovvero per il tempo necessario per consentito a Open Fiber, uno dei due vincitori del bando Italia a 1 giga, di terminare le non semplici operazioni di cablaggio in fibra.