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La denuncia

Velocità internet nei cellulari crolla di notte: Palermo e Catania città peggiori

mercoledì 2 Agosto 2023

Secondo l’ultimo report della società indipendente di analisi delle reti di comunicazione OpenSignal la velocità delle connessioni Internet mobile (cioè con connessione 4G e 5G, non WiFi) la sera scende parecchio in tutta Italia. Ma al sud di più e in Sicilia in modo nettamente maggiore: a Palermo si registra un crollo delle prestazioni (in media tra tutti gli operatori) del 23,2%.

Si tratta del valore peggiore in Italia, ma anche Catania non sta messa benissimo con un risultato di -19,7% di velocità registrata di sera.

I dati

Nel dettaglio, a Palermo di sera Iliad rallenta del 20,2%, TIM del 22,2%, Vodafone del 19,2%, WindTre del 26% e Fastweb resta invariata. A Catania Iliad rallenta del 20,8%, TIM del 18,1%, Vodafone del 17,1%, WindTre del 22,8% e Fastweb del 16,6%.

Secondo OpenSignal il rallentamento serale (dalle 18:00 alle 23:59) è dovuto alla maggior congestione della rete e riguarda sia la velocità di download che quella di upload. La società afferma di aver fatto le misurazioni in modo da escludere che i rallentamenti siano dovuti all’applicazione delle tecniche di risparmio energetico, messe in campo da tutti gli operatori a seguito della crisi energetica dovuta alla guerra Russia-Ucraina.

I rallentamenti delle connessioni in Sicilia si aggiungono al fatto che, anche a velocità piena, a Palermo le prestazioni massime sono inferiori a quelle registrate in altre città italiane dalla popolazione non molto superiore.

A Torino, ad esempio, la velocità massima con Fastweb è di 57,8 Mbps, con Iliad di 32,5 Mbps, con TIM di 55,8 Mbps, con Vodafone di 55,1 Mpbs e con WindTre di 38 Mbps. La velocità media tra tutti gli operatori è dunque di 47,84 Mbps.

A Palermo, invece, la velocità massima con Fastweb è di 44,1 Mbps, con Iliad di 26,3 Mbps, con TIM di 37,9 Mbps, con Vodafone di 48,6 Mpbs e con WindTre di 34,8 Mbps. La velocità media tra tutti gli operatori è dunque di 38,34 Mbps.

Le Associazioni dei Consumatori

“Questi dati – afferma il presidente di Federconsumatori Sicilia, Alfio La Rosa indicano una attenzione alle grandi città siciliane da parte degli operatori che è ancora insufficiente a garantire una qualità del servizio paragonabile a quella sperimentata dagli utenti nel resto d’Italia. Nessuna differenza, invece, nei costi degli abbonamenti: sono uguali a Palermo e a Torino, a Roma e a Catania”.

Federconsumatori, tra l’altro, insieme alle altre associazioni di tutela dei consumatori prende atto con amarezza della decisione di Tim di applicare l’indicizzazione tariffaria delle bollette, una sorta di scala mobile che sale soltanto e che potrebbe far crescere in fretta il prezzo delle connessioni.

Non è affatto da escludere, infatti, che anche gli altri operatori seguano Tim in questa scelta, nei prossimi mesi, portando ad un aumento generalizzato dei costi delle connessioni 4G e 5G.

In uno scenario del genere la scarsa attenzione degli operatori telefonici ai loro clienti siciliani sarebbe ancor meno tollerabile.

Il caso Tim

Le Associazioni dei Consumatori, in rappresentanza di migliaia di utenti italiani, a fronte delle modifiche contrattuali di Tim comunicate il 20 luglio, ribadiscono il loro “No” all’indicizzazione tariffaria. Le modifiche prevedono l’indicizzazione all’inflazione dei prezzi dei servizi di telefonia, con un meccanismo che adotta un mark-up fisso del 3,5% e funziona solo al rialzo, ignorando gli indici negativi.

Secondo il meccanismo comunicato dall’azienda, se l’inflazione continuerà a salire, come in questo periodo, i prezzi delle bollette saliranno di pari passo oltre il coefficiente del 3,5%. Al contrario, se l’inflazione scenderà, i prezzi delle bollette non scenderanno. Inoltre, non viene richiesto un consenso esplicito da parte del consumatore. L’unica possibilità per i clienti coinvolti di sottrarsi alla modifica è recedere entro il 30 settembre prossimo. Le AACC sottolineano che tali modifiche si profilano in potenziale contrasto con le riflessioni esposte dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) e nella Delibera 89/23/CONS.

Nella delibera AGCOM, ad avviso delle AACC, si profila la necessità di evitare indicizzazioni al solo rialzo o maggiorate di un mark-up fisso, oltre che prevedere un consenso esplicito da parte del consumatore e la possibilità per gli utenti di cambiare offerta in caso di aumenti oltre una ragionevole soglia. Tuttavia, le recenti iniziative di TIM sembrano andare in direzione opposta, generando preoccupazioni riguardo a potenziali futuri contenziosi e asimmetrie di tutela tra i contratti.

“La condotta di TIM ci preoccupa profondamente e ci appare contraria agli sforzi delle Istituzioni e delle Autorità per regolamentare la materia, frenare l’inflazione e tutelare i diritti dei consumatori.“, dichiarano in una nota congiunta le Associazioni Adiconsum, Adoc, Cittadinanzattiva, Federconsumatori, Udicon. “Facciamo appello ad AGCOM, AGCM, MIMIT e TIM stessa affinché questa operazione sia annullata o sospesa urgentemente. Ci auguriamo una risposta celere e che si stabilisca un nuovo clima di collaborazione istituzionale, che metta al primo posto un principio cardine: il conto non deve essere sostenuto dai soli consumatori tartassati, è giusto che i loro diritti siano sempre rispettati e continuamente rafforzati” concludono le Associazioni dei consumatori.

 

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