Il maltempo ha messo a dura prova i comuni dell’Isola ed emblematico è il video della ragazza nigeriana, Angela Isaac, che salva dal fiume d’acqua di via Etnea un motociclista. Le immagini di Catania hanno mostrato una situazione di emergenza che ha visto gli interventi in massa dei vigili del fuoco e della Protezione civile.
Da Catania sono emerse a gran voce le critiche della cittadinanza secondo cui la mancata pulizia delle caditoie ha contribuito agli allagamenti.
Il sindaco Enrico Trantino è intervenuto sul tema, dichiarando: “Ho atteso qualche ora prima di scrivere su quanto accaduto ieri. Decine di commentatori hanno attribuito la causa di quanto abbiamo visto su via Etnea, alla mancata pulizia delle caditoie. Credo sia opportuno qualche chiarimento”.
“Sicuramente i “tombini” otturati sono all’origine di alcuni fenomeni di allagamento in qualche quartiere della città, ma in dimensione ben più contenuta di quel che abbiamo osservato al centro. Da sempre lavoriamo provando a fare l’impossibile; ma disponiamo di due sole squadre con tre operai per tutta la città, a causa di insufficienti risorse finanziarie da destinare a quelle manutenzioni, e non potremo migliorare neanche nel prossimo futuro. Ma non è questa l’origine di quel che è accaduto e accade in via Etnea, ove in occasione di importanti fenomeni meteorici si forma il fiume d’acqua che abbiamo visto”.
Premettiamo subito – spiega – che nella nostra via centrale non esiste una sola caditoia ostruita, se non – eventualmente – per effetto dei detriti portati dall’acqua che arriva a monte con le stesse piogge. Quindi dicono cose inesatte quelli che attribuiscono a una inadeguata manutenzione la genesi degli allagamenti.
Così come segnalato dal professore Giuseppe Cirelli della nostra Università, “le fognature a Catania sono sottodimensionate. La città è cresciuta a macchia d’olio, e di pari passo non sono state realizzate le fognature per raccogliere le acque nere e le acque bianche (pioggia). L’incrocio tra viale Regina Margherita e Via Etnea raccoglie le acque che provengono da ovest, fin da corso Indipendenza. Gli allagamenti che si verificano su Catania non sono prodotti solo dalle acque di pioggia che cadono sul centro urbano. Provengono anche in misura significativa da tutti i comuni della cinta urbana dove in questi anni la cementificazione ha comportato un’impermeabilizzazione del suolo ed un aumento dei deflussi verso la città, visto che questi comuni sono per la maggior parte privi di fognature. Come iperbole, l’acqua che cade nella piazza del Municipio di Nicolosi arriva alla pescheria di Catania; cosa assurda perché il territorio etneo è prevalentemente vulcanico e con elevata permeabilità.”
“L’aumento dell’intensità delle piogge dovute ai fenomeni di cambiamento climatico – aggiunge Trantino – l’inadeguatezza del sistema di convogliamento, studiato negli anni ’60 per eventi di più lieve impatto; la confluenza in strada delle acque che cadono sui tetti e terrazze, perché i pluviali in città scaricano sui marciapiedi e non nel sottosuolo; la mancanza di un sistema di canalizzazione sull’asse dei viali, che finisce col riversare su via Etnea tutta l’acqua che proviene da ovest, fin da corso Indipendenza, non a causa delle caditoie otturate, ma perché le stesse non sono collegate a canali di scarico, ma ai cosiddetti “pirituri” che hanno una limitata capacità di disperdere le acque. Abbiamo costruito senza pensare a quel che sarebbe potuto accadere. Quel che prima era terra in grado di assorbire acqua, è diventato cemento impermeabilizzante. Stiamo studiando con l’Università alcune soluzioni; ma non potranno essere immediate e dovremo imparare a convivere con questi fenomeni; come sta accadendo in Emilia, Liguria e in altre parti del territorio nazionale. Laddove – conclude – possiamo intervenire per risolvere in tempi più brevi, come in via Domenico Tempio in cui dovremmo attenuare gli allagamenti (che non c’entrano nulla con la pista ciclabile), lo faremo. E spero non ci si potrà mai contestare di averci dormito su“.
Sul coraggio di Angela, la ragazza nigeriana che ha sfidato la sorte per salvare il motociclista, commenta: “Angela non merita solo la nostra riconoscenza ma segni tangibili di gratitudine. L’ho sentita e ci vedremo nei prossimi giorni.
“Da Angela abbiamo avuto una bella lezione di solidarietà. Avendo però avuto contezza dei numerosi video che sono stati girati per riprendere la scena, sono certo che, se dovesse succedere di nuovo, i tanti impegnati a filmare si prodigheranno per prestare aiuto. Perché noi catanesi siamo generosi; ma talvolta abbiamo bisogno che qualcuno, con i suoi gesti, ce lo ricordi”.