Prevenzione e trattamento tempestivo. Sono le due parole chiave che più devono caratterizzare la gestione dell’ictus, patologia che ogni anno colpisce 13,7 milioni di persone nel mondo e di cui oggi si celebra la giornata mondiale. Più conosciuto nell’accezione anglofona come stroke, l’ictus è dovuto all’occlusione di vasi arteriosi cerebrali o pre-cerebrali.
L’AOU G. Martino di Messina è il centro HUB per il trattamento dell’ictus sulla provincia di Messina (come sancito dalla rete dello stroke della regione Sicilia). Presso la UOSD Stroke Unit – diretta dal Prof. Antonio Toscano – il paziente viene sottoposto a tutti gli accertamenti necessari per conoscere le origini dell’evento ischemico e dare indicazione per l’esecuzione della trombolisi o intervento di trombectomia meccanica.
Quando giunge un paziente, sia in autopresentazione che condotto dal servizio di Urgenza-Emergenza Sanitaria territoriale, si attiva un team multidisciplinare che coinvolge diverse figure specialistiche: medico del DEA (che valuta ed esegue il triage), neurologo della U.O.S.D. Stroke Unit (che esegue la valutazione neurologica); neuro radiologo diagnosta (che esegue le indagini diagnostiche TC/RM), neuro radiologo interventista (che esegue il trattamento endovascolare, se indicato), anestesista/rianimatore (che assiste il Paziente, con eventuale narcosi/sedazione).
Per la diagnosi e il trattamento endovascolare in urgenza l’UOC di Neuroradiologia, diretta dal Prof. Sergio Vinci, assicura un servizio continuo h24, che dal 2021 ha una guardia attiva sette giorni su sette, con un team medico dedicato. Sono circa 150 i casi trattati per via endovascolare ogni anno; dal 2014, in un decennio di attività di neuroradiologia interventistica, oltre 1400 i trattamenti effettuati.
Fino a non troppo tempo fa il trattamento dell’ictus si limitava all’assistenza di base e alla gestione dei sintomi e delle complicanze. Il primo punto di svolta è avvenuto negli anni ’90, con l’introduzione della trombolisi endovenosa (IV-tPA), una terapia farmacologica volta a lisare i coaguli responsabili dell’ostruzione dei vasi sanguigni cerebrali, ma con risultati limitati.
La vera e propria rivoluzione nel management e nella cura dell’ictus ischemico si è avuta più recentemente, agli inizi degli anni 2000, con l’introduzione nella pratica clinica della trombectomia meccanica, una procedura minimamente invasiva che consente di rimuovere direttamente il trombo dall’arteria ostruita tramite diverse tecniche endovascolari (stent retriever, tromboaspirazione, tecniche combinate). La trombectomia meccanica ha migliorato notevolmente i tassi di ricanalizzazione e le probabilità di recupero funzionale, dimostrandosi particolarmente efficace nei casi di occlusione delle grandi arterie cerebrali”.
Tecniche percorribili grazie allo sviluppo delle moderne tecniche diagnostiche come la Risonanza Magnetica (RM) e la Tomografia Computerizzata (TC) perfusionale, che permettono di identificare con maggiore precisione i pazienti con ictus ischemico che possono beneficiare del trattamento. Questi esami di II livello consentono di valutare l’area cerebrale danneggiata e le aree potenzialmente salvabili, permettendo di estendere la finestra terapeutica fino a 24 ore dall’insorgenza dei sintomi. Questo significa che un numero maggiore di pazienti può essere trattato in modo efficace, aumentando le possibilità di un recupero significativo anche nelle fasi tardive.
Da dicembre 2022, l’Unità Operativa Complessa di Neuroradiologia dell’A.O.U. “G.Martino” Messina, come stabilito anche dall’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia, fornisce giornalmente un professionista neuroradiologo interventista, in regime di convenzione tra le aziende, all’A.S.P. di Caltanissetta per garantire le attività interventistiche neuroradiologiche presso il P.O. “S. Elia” di Caltanissetta, centro HUB per l’ictus per la macroarea delle provincie di Caltanissetta, Enna e Agrigento. Questa attività specialistica ha consentito di avviare le attività e di garantire un LEA fondamentale, quale quello del trattamento dell’ictus, anche nell’entroterra siciliano con oltre 200 trattamenti endovascolari per stroke nel primo biennio di attività.