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L'operazione "Taken down"

Streaming illegale, da Catania smantellata rete europea con 22 milioni di utenti

mercoledì 27 Novembre 2024

La polizia, coordinata dalla Procura di Catania, ha eseguito l’operazione Takendown, la più vasta contro la pirateria audiovisiva condotta in Italia e in Europa smantellando la più diffusa organizzazione criminale transnazionale che serviva illegalmente oltre 22 milioni di utenti. Oltre 270 operatori della polizia postale hanno effettuato 89 perquisizioni in 15 regioni italiane e, con la collaborazione delle forze di polizia straniere, 14 perquisizioni nel Regno Unito, Olanda, Svezia, Svizzera, Romania e Croazia, nei confronti di 102 persone. La polizia croata ha eseguito ordinanze di custodia cautelare nei confronti di 11 indagati.

Nell’ambito dell’operazione “Taken down” della polizia  coordinata dalla Procura di Catania, sono stati sequestrati oltre 2.500 canali illegali e server che gestivano la maggior parte dei segnali illeciti in Europa che permettevano un giro illegale di affari di oltre 250 milioni di euro mensili.

 

L’OPERAZIONE

 

L’operazione, pianificata dalle autorità giudiziarie internazionali Eurojust ed Europol, è stata coordina operativamente del Servizio polizia postale e per la sicurezza cibernetica coll supporto della rete operativa @on (operation network), finanziata dalla commissione europea e guidata dalla Dia.

La Procura di Catania, diretta da Francesco Curcio, sottolinea che con l’operazione è stata “smantellata una complessa, estesa e capillare infrastruttura informatica che serviva illegalmente oltre 22 milioni di utenti finali, in ambito nazionale ed internazionale” e che fattura “circa 3 miliardi di euro l’anno” e “provoca oltre dieci miliardi di euro di danno economico alle aziende che gestiscono Pay Tv”.

Secondo l’accusa, con un sofisticato sistema informatico, quello delle Iptv illegali, “venivano illegalmente captati e rivenduti i palinsesti live ed i contenuti on demand protetti da diritti televisivi, di proprietà delle più note piattaforme televisive nazionali ed internazionali, come Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime, Netflix, Paramount e Disney+”. Alla base dell’operazione ci sono indagini dirette dalla Procura Distrettuale di Catania e condotte dal locale Centro operativo per la sicurezza cibernetica della polizia postale con il diretto coordinamento del Servizio centrale di Roma che hanno fatto luce su un sodalizio con strutture operative ben delineate, una rete informatica distribuita su più paesi ed una organizzazione capillare finalizzata alla rivendita dei segnali attraverso molteplici punti.

Il gruppo, a cui è contestata l’associazione a delinquere a carattere transnazionale, sarebbe strutturato in maniera verticistica che poteva contare su sodali indagati per streaming illegale di contenuti audiovisivi mediante Iptv, accesso abusivo a sistema informatico, frode informatica e riciclaggio. Per tentare di eludere accertamenti, gli indagati avrebbero fatto uso di applicazioni di messaggistica crittografata, identità fittizie e documenti falsi, utilizzati anche per l’intestazione di utenze telefoniche, di carte di credito, di abbonamenti televisivi e noleggio di server.

La polizia postale ha individuato le sedi estere, in Romania e ad Hong Kong, dove sono stati rintracciati 9 server attraverso i quali veniva diffuso in tutta Europa il segnale audiovisivo pirata, che sono stati ‘spenti’. Sono stati, inoltre rintracciati in Inghilterra ed in Olanda tre amministratori di livello superiore della struttura informatica investigata ed 80 pannelli di controllo dei flussi streaming per i vari canali (Iptv) nella disponibilità degli indagati sull’intero territorio nazionale.

Francesco Curcio

Nel corso delle perquisizioni sono state sequestrate, in quanto ritenute profitto dei reati consumati, criptovalute per oltre 1.650.000 di euro e denaro contanti per oltre 40.000 euro. Il monitoraggio operato dalla Polizia postale, sottolinea il procuratore Curcio, “con straordinaria professionalità ha consentito di rilevare la presenza su varie piattaforme social di canali, gruppi, account, forum, blog e profili che pubblicizzavano la vendita di flussi, pannelli ed abbonamenti mensili per la visione illegale dei contenuti audiovisivi, fruibili anche attraverso numerosi siti illegali di live streaming”.

“Abbiamo oscurato 22 milioni di utenti in Europa. Se consideriamo che in Europa ci sono circa 500 milioni di abitanti, considerate che percentuale elevata di soggetti che si sono trovati oscurati, giustamente, i loro collegamenti illegali. Ora rischiano una sanzione amministrativa”. “Da Catania è partita una indagine che ha permesso di ricostruire una organizzazione piramidale che gestiva tre miliardi di euro l’anno di business. Non so se sia simile, forse quello di cocaina è maggiore, però certamente le percentuali di guadagno che si ottengono da quelle attività illegali con rischio minore sono pari a quelle del traffico di cocaina. Investo uno, investo due e ricavo 10, 20 a seconda dei casi”, continua il procuratore di Catania, Francesco Curcio.

“Abbiamo dimostrato all’Europa intera che le nostre forze di polizia e la nostra magistratura anche i questi ambiti che richiedono la più alta specializzazione tecnologica possono primeggiare ed hanno quel fiuto, quella capacità di cogliere gli indizi e le tracce dei reati che hanno sempre contraddistinto la nostra capacità inquirente di norma in settori della criminalità organizzata ed altri consimili, in questo caso anche in un ambito così moderno e all’avanguardia”. “Un’indagine – ha aggiunto il magistrato – unica nel suo genere, sicuramente la più vasta e penetrante ed importante indagine fatta a livello europeo sulla pirateria che riguarda lo streaming televisivo e sulla conseguente acquisizione di profitti incredibili collegati a questo fenomeno”.

“La chiave di volta per poter estendere a livello internazionale queste attività di indagine molto sofisticata è stato quello di mettere intorno ad un tavolo i vari uffici giudiziari e le varie forze di polizia. Abbiamo scelto il dialogo, del fornire elementi ai Paesi esteri affinché anche loro potessero sviluppare insieme a noi questa indagine. Abbiamo scelto di condividere gli elementi investigativi con tutti gli altri, che hanno potuto usufruire di questa mole di indizi” – conclude  il procuratore di Catania, Francesco Curcio “In Croazia sono stati arrestati 11 soggetti implicati in questa vicenda. Durante le perquisizioni in Olanda sono state trovate criptovalute per un milione e seicentomila dollari, valuta contante per decine di migliaia di euro”.

Ivano Gabrielli

“Una elevata professionalità raggiunta dalla polizia postale nell’ultimo decennio in risposta anche ad uno sviluppo e ad un estensione del web e quindi conseguentemente dei reati che sul web e attraverso di esso vengono commessi”. Lo ha detto il direttore della polizia postale Ivano Gabrielli a Catania sull’operazione ‘Taken down’. “Questo – ha proseguito – dà la misura in qualche maniera della prontezza della polizia ad adeguarsi al cambiamento e all’evoluzione dei tempi e dimostra l’elevata professionalità dell’ufficio di Catania, che ha dimostrato ancora una volta la capacità di ottenere dei risultati assolutamente brillanti e unici”

La polizia postale, nell’ambito dell’inchiesta ‘Taken down’ contro lo streaming illegale coordinata dalla Procura di Catania, ha eseguito 89 perquisizioni in 15 regioni italiane e 14, con la collaborazione della polizia locale, in Regno Unito, Olanda, Svezia, Svizzera, Romania, Croazia e Cina, nei confronti di 102 persone. La polizia croata ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di undici indagati.

Queste le città italiane in cui sono state eseguite le perquisizioni: Catania, Napoli, Bari, Palermo, Messina, Siracusa, Agrigento, Lecce, Taranto, Foggia, Brindisi, Frosinone, Roma, Latina, Cosenza, Salerno, Avellino, Caserta, Matera, Mantova, Milano, Monza-Brianza, Brescia, Torino, Alessandria, Firenze, Massa Carrara, Siena, Livorno, Pisa, Lucca, Reggio Emilia, Ferrara, Bologna, Rimini, Sud-Sardegna, Treviso, Genova, Chieti, Perugia, Macerata.

 

Il plauso all’operazione dei ministri Abodi e Urso

Andrea Abodi

“I temi della pirateria e delle scommesse illegali riguardano l’economia criminale, che va oltre gli interessi legittimi della Serie A. Il salto di qualità si farà quando, oltre a interrompere il servizio illegale, si perseguiranno i fruitori del servizio”. Sono queste le parole di Andrea Abodi, ministro per lo Sport e i giovani, a margine della presentazione del progetto “Sport per la Legalità” in merito alla maxi operazione anti pirateria che ha portato a smantellare un giro d’affari da 250 milioni al mese in Europa.

“I fruitori devono comprendere in maniera meno superficiale che con dieci euro per ognuno non si vede solo una partita, ma si diventa complici dell’economia criminaleha proseguito -. Non credo che la pirateria da sola uccida il calcio, credo che sia un problema da affrontare e risolvere ma dobbiamo contrastarlo con la forza e con la collaborazione interistituzionale, anche a livello internazionale”.

Abodi, poi, ha sottolineato anche di averne “parlato al Consiglio d’Europa tra ministri dello sport, ho chiesto di dedicare una sessione a grandi tematiche che comprendono anche il doping, tutti fattori degenerativi che vanno affrontati con metodo e insieme. Ho trovato grande corrispondenza tra i colleghi europei”, ha concluso.

 

Adolfo Urso

“Complimenti alla Procura di Catania e alla Polizia Postale per la maxi operazione Takendown, che ha smantellato la più grande rete internazionale di pirateria audiovisiva. Un’azione straordinaria che dimostra come istituzioni e autorità, insieme, possano contrastare con forza ed efficacia questo fenomeno criminale. Il Sistema Paese è compatto nel difendere l’industria audiovisiva e culturale, a tutela delle imprese che vi operano, del lavoro e della legalità”. Lo scrive sui social il ministro per le Imprese ed il made in Italy, Adolfo Urso.

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