La Cgil Palermo e Federconsumatori chiedono ad Amap e al Comune di Corleone un indennizzo ai cittadini che dal 15 al 22 novembre hanno dovuto approvvigionarsi di acqua minerale per far fronte alla mancanza di acqua potabile.
Al centro del disservizio, più di 3mila persone le cui utenze idriche sono alimentate dal serbatoio S. Giuliano, che per più di una settimana sono state private del loro diritto ad avere acqua potabile, come prevede il contratto di fornitura per cui pagano “esose bollette”, a causa dell’inquinamento da “escherichia coli”.
Né l’Amap né il Comune in quei giorni hanno fornito un servizio alternativo di acqua potabile come previsto, per le rispettive competenze, dal contratto di servizio. Ma si sono limitati a comunicare la non potabilità dell’acqua e a consigliare l’utilizzo di quella minerale.
In tanti, in quei giorni, costretti a sobbarcarsi costosi rifornimento di acqua potabile, si sono rivolti alla Cgil e a Federconsumatori: l’indennizzo che si chiede dovrebbe risarcire gli utenti-consumatori del danno arrecato per la “colpevole inadempienza”, anche con uno sconto in bolletta compensativo per il mese in questione.
“Quando si verificano emergenze, come l’acqua inquinata, il gestore Amap e il responsabile della salute pubblica, il sindaco di Corleone, non possono pensare che basta avvisare i cittadini della non potabilità e lavarsi le mani in modo pilatesco– dicono Caterina Pollichino, segretaria della Camera del lavoro ‘Placido Rizzotto’ di Corleone e Dino Paternostro, segretario lega di distretto Spi Cgil di Corleone – È loro dovere garantire ai cittadini il diritto all’acqua potabile, evitando così di creare disagi, ansie e incremento dei costi per l’acqua”.