Se non ci sarà il Premierato con la riforma costituzionale si arriverà comunque ad una indicazione diretta del Premier attraverso il cambio della legge elettorale. Sembra questa la strategia del centrodestra per superare l’attuale stallo sul Premierato ed evitare che alle prossime elezioni l’attuale maggioranza debba misurarsi nei collegi uninominali con un eventuale campo largo che vada dal Movimento Cinque Stelle ad AVS passando per il Pd.
Il cantiere per la nuova legge elettorale è già a lavoro e negli ultimi giorni tra i partiti del centrodestra ha cominciato ad affermarsi una proposta di legge elettorale che contiene la parola magica che può ingolosire molti ras del voto siciliani: preferenze. L’ipotesi alla studio prevederebbe infatti un sistema proporzionale con capilista bloccati e il resto dei candidati eletti sulla base delle preferenze ma con la chiara indicazione del candidato premier da parte dei partiti coalizzati. La nuova legge elettorale dovrebbe poi basarsi su circoscrizioni più piccole di quelle attuali e dovrebbe essere accompagnata da un premio di maggioranza che porti al 55% la coalizione che raccoglie più voti, a condizione che super la soglia del 40%.
Il sistema messo a punto grazie alla soglia del 40% sarebbe al riparo da eventuali richiami della Corte Costituzionale ma sopratutto consentirebbe, grazie all’indicazione del candidato Premier nella scheda elettorale, di evitare una farraginosa e lunga riforma costituzione e raggiungere in pochi mesi l’obiettivo di un premierato di fatto.
Il senatore del Pd Dario Parrini ha liquidato l’ipotesi allo studio è un “neo-porcellum” ma l’ipotesi di legge elettorale con base proporzionale, capilista bloccati e preferenze potrebbe venire incontro anche alle esigenze dei partiti d’opposizione. La combinazione capilista bloccati e preferenze potrebbe consentire infatti a quasi tutti i partiti di tutelare i fedelissimi piazzandoli in cima alle liste e di schierare i vari portatori di voti in lista per duelli all’ultima preferenza.
Provocatorio Matteo Renzi che prova a prendere la palla al balzo e dal suo blog annuncia: “noi presenteremo una proposta di legge per ripristinare le preferenze (che sono state cancellate nel 1994 e sono state reintrodotte per un breve periodo solo dall’Italicum poi fatto fuori – sostanzialmente – dal referendum). Meloni ha sempre detto si’ alle preferenze. Io dico che cambierà idea”.
Una legge elettorale di questo tipo in una regione come la Sicilia potrebbe essere un ottimo metodo per placare i mal di pancia di quanti tra i ras delle preferenze soffrono liste bloccati e paracadutati, in più i collegi piccoli e il premio di maggioranza sarebbero un incentivo per i candidati particolarmente legati al territorio senza tuttavia dover rinunciare all’effetto “voto d’opinione” garantito dalla candidatura dei leader o dalla presenza del loro nome sul simbolo. Questo meccanismo elettorale potrebbe anche risvegliare gli appetiti delle forze politiche locali che invece di provare a chiedere un difficile collegio uninominale potrebbero provare a misurarsi con le preferenze ospitati all’interno di una lista di partito proprio come è accaduto in alcuni casi alle recenti elezioni europee.